La rubrica dell’avvocato
La rubrica dell’avvocatoa cura dell’ Avv. Claudio Calvello
(Patrocinante in Cassazione – DPO e membro di Federprivacy)
LA NOVITÀ DEL DOPPIO COGNOME: SI VOLTA PAGINA!
Diverse sono state le battaglie delle donne ed oggi, grazie a una recente pronuncia della Corte Costituzionale, ai nuovi nati sarà possibile attribuire sia il cognome del padre che quello della madre, o anche solo quest’ultimo. La Corte, in continuità con una sua precedente sentenza del 2016, ha battuto il Parlamento sul tempo, superando i vecchi schemi e allineando l’Italia a quei Paesi dove il bimbo assume il cognome di entrambi i genitori. Secondo quanto affermato dalla Consulta, in nome del principio di eguaglianza e nell’interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, che costituisce elemento fondamentale dell’identità personale. Viene dunque cancellato l’automatismo nell’attribuzione del cognome paterno e la nuova regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori, nell’ordine da loro concordato, a meno che essi non decidano, sempre di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. In mancanza di una comunanza d’intenti su quale cognome attribuire al figlio e sull’ordine di attribuzione dei due cognomi, la questione potrà essere risolta dai Tribunali. D’altronde la Corte è stata chiara: l’attuale sistema rappresenta(va) “un retaggio di una concezione patriarcale della famiglia” e “una tramontata potestà maritale, non più coerente con i principi dell’ordinamento e con il valore costituzionale dell’uguaglianza tra uomo e donna”.
SCONTRO AUTO-CINGHIALE: automobilista vince la causa!
Il problema dei cinghiali è ormai all’ordine del giorno…e sarà sempre peggio se non si metteranno in atto dei severi ed efficaci sistemi di contenimento. A rischio sono ormai non solo le colture (si pensi ai vigneti in primis) ma anche i ciclisti, i motociclisti e gli automobilisti. IL FATTO: Il sinistro è risalente (ottobre 2016) ma il risarcimento è arrivato solo in questi giorni dopo una lunga battaglia legale che ha visto contrapposti un nostro concittadino (assistito dal nostro studio) e la Regione del Veneto. Ed invero, nell’ottobre del 2016 il Sig. B. M. si trovava a Cinto Euganeo (PD) alla guida del proprio veicolo, allorquando un cinghiale di grossa taglia (190 kg) attraversava improvvisamente la sede stradale. A seguito dell’inevitabile impatto l’ungulato moriva sul colpo. I carabinieri intervenuti sul luogo del sinistro ne rinvenivano la carcassa e non potevano che constatare gli ingenti danni occorsi al mezzo (circa 5.000 euro). LA CAUSA: la richiesta stragiudiziale di risarcimento veniva rigettata dalla Regione Veneto cosicchè al danneggiato non restava che rivolgersi al Tribunale. Ciò che fa specie in tutto ciò è che la Regione è rimasta sorda anche alla proposta conciliativa avanzata dal Giudice ed “ingiustificatamente rifiutata dalla Regione”, così come rimarcato anche nella sentenza che ha dato piena ragione all’automobilista. Gli incidenti stradali causati dallo scontro con i cinghiali sono sempre più frequenti nelle nostre zone. Il punto è che la Regione, che deve rispondere per questo tipo di danni, respinge costantemente ogni richiesta risarcitoria stragiudiziale, costringendo il cittadino che vuole ottenere giustizia, a rivolgersi all’Autorità Giudiziaria. Secondo la Regione la presenza della segnaletica di pericolo apposta lungo le strade sarebbe di per sé sufficiente a sollevarla da qualsivoglia responsabilità. Ma così non è. Personalmente sono convinto che questa sia una scelta “scientifica” adottata dalla Regione la quale è ben consapevole che così facendo la maggior parte dei danneggiati “mollano l’osso” rinunciando a rivolgersi ad un avvocato per far valere i propri diritti. I cittadini danneggiati devono invece sapere che alla fine la Regione viene condannata dai Giudici a pagare non solo il danno che il cittadino ha subito ma anche tutte le spese legali. Insomma, come recita un proverbio: “chi la dura la vince!”