PER UN SISTEMA PREVIDENZIALE PIU’ EQUO E FLESSIBILE

Le ACLI informano
a cura del Caf Acli di Padova
www.aclipadova.it – 049601290

Tra pochi mesi terminerà la misura sperimentale chiamata Quota 100, che dava la possibilità cioè di richiedere il pensionamento anticipato con 62 anni di età e 38 anni di contributi, operativa a partire dal 10 aprile 2019. Questa norma sperimentale durata 2 anni è giunta a conclusione e non ha portato in questi anni i risultati sperati né in termini di ingresso di nuovi soggetti nel mondo del lavoro né di numeri di domande accolte. Solo una piccola parte di lavoratori, infatti, ha usufruito in questi 3 anni di Quota 100 per la maggior parte uomini con una carriera lavorativa stabile e continuativa. acli 155

Uno studio inedito del nostro Osservatorio Patronato Acli, infine, ha rilevato le motivazioni di chi ha scelto Quota 100: quasi la metà del campione lo ha fatto «per dedicare più tempo alla famiglia o al tempo libero», molto bassa (12%) è stata invece la percentuale di coloro che erano preoccupati per le «prospettive occupazionali del mercato del lavoro». Dunque, c’è stata una platea di lavoratori disposta a perdere qualcosa in termini di assegno mensile, in cambio di una qualità della vita più alta.

Dovremmo ripartire proprio da qui per ripensare il nostro sistema pensionistico. Se un soggetto vuole utilizzare il proprio montante contributivo, anticipatamente, pure a costo di un importo pensionistico più basso, perché non può farlo?

È chiaro che bisognerà bilanciare sull’assegno mensile, che diminuirà in proporzione all’anticipo pensionistico, ma credo che sia giunto il momento di cambiare prospettiva, ecco perché come Patronato Acli proponiamo, per riformare la previdenza italiana, alcuni cardini da cui partire: equità e flessibilità.

Equità oggi significa pensare a un sistema pensionistico più giusto e che tuteli davvero tutti, anche attraverso norme accessorie. Quota 100, come abbiamo detto, è stata una norma indirizzata principalmente agli uomini, mentre le donne, che spesso arrivano alla pensione con una vita lavorativa fatta di lunghe interruzioni dovute alle gravidanze e al lavoro di cura domestico che spesso grava interamente sulle loro spalle, ne sono state praticamente escluse.

In merito alle diseguaglianze di genere riteniamo necessario rendere almeno strutturale Opzione donna, per contenere un allargamento della forbice tra trattamenti pensionistici che rischia di essere difficilmente contenibile. Equità vuol dire guardare a tutti, a uomini e donne, ai giovani che iniziano a lavorare, a chi ha carriere frammentate, a chi ha subito un infortunio, a chi non è riuscito ad accumulare contributi che gli permettano di vivere dignitosamente. Equità come sinonimo anche di “ragionevolezza” e di “sostenibilità sociale”: non è ragionevole e non è più sostenibile dalle famiglie e dai lavoratori, in un sistema di carriere sempre più frammentate e discontinue, imporre come traguardo di pensionamento anticipato 42 anni e 10 mesi di contribuzione, e come traguardo di pensionamento di vecchiaia per i giovani 71 anni di età.

Flessibilità per tutti i lavoratori: il montante che si accumula negli anni di lavoro è un tesoretto che il contribuente dovrebbe essere libero di utilizzare, scegliendo se anticipare o meno la pensione. Oggi ci sono regole molto rigide e tutte le norme di flessibilità sono temporanee (come Quota 100, Ape sociale e Opzione donna) oppure selettive in quanto appannaggio di sole determinate e specifiche categorie di lavoratori (Pensione anticipata “precoci”, Lavori usuranti, Lavori gravosi, e ancora una volta Ape sociale e Opzione donna).

La nostra proposta è di rendere universale e strutturale la possibilità di andare in pensione con flessibilità nelle scelte e ciò si tradurrebbe nel lasciare la libertà a ogni lavoratore di uscire dal mercato del lavoro con un minimo anagrafico (tra i 63 e i 65 anni) e un minimo contributivo (che potrebbe essere di 20 anni), stabilendo nel caso una percentuale di riduzione della quota retributiva per coloro che vanno in pensione con il sistema misto. Questa riforma deve garantire una stabilità delle regole del sistema, perché la certezza del diritto è uno dei principi su cui si fonda la nostra Repubblica e non è pensabile entrare nel mercato del lavoro con una prospettiva di pensionamento che poi negli anni cambia fino a essere totalmente stravolta. Tra le nostre proposte c’è poi anche l’obbligatorietà di un’iscrizione base alla previdenza complementare, uno strumento che potrebbe rivelarsi molto utile soprattutto per i giovani e per tutti coloro che si ritroveranno con il calcolo della pensione solo in base al sistema contributivo. La nuova previdenza deve essere costruita intorno al contesto di ogni cittadino, come un vestito su misura, e non può continuare a basarsi su iniziative spot o piccoli rattoppi che di anno in anno avvantaggiano o svantaggiano questa o quella categoria. Oggi dobbiamo avere il coraggio di ripensare alla previdenza, rendendola più flessibile, universale ed equa, perché da una buona previdenza deriva una buona qualità della vita.

Viste le novità che potrebbero scaturire siamo a tua disposizione per una consulenza, chiama il Patronato Acli di Padova e provincia allo 049601290 per fissare un appuntamento, siamo presenti anche a Montegrotto, in via Aureliana, 28. 

 

 

E’ VERA RIPRESA ?

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

In questi giorni girando per Abano e Montegrotto si vedono molti turisti passeggiare e sembrano superati, a sentire gli interventi pubblici di qualche operatore, i tempi bui del lockdown.

Pur valutando positivamente questa situazione non sfugge a nessuno che non essendo mutate le criticità, che più volte abbiamo segnalato da queste pagine, molto probabilmente, quando si riapriranno a pieno titolo i viaggi per turismo, ci ritroveremo a fare  i conti con tutte le difficoltà del passato.

Ora viviamo una situazione drogata da questa pandemia, con cui purtroppo avremo a che fare ancora a lungo, e le situazioni contingenti occupano tutti i nostri pensieri  e ci preoccupano fortemente.

La stagione dei rinnovi delle amministrazioni di Abano e Montegrotto ha già dato il suo primo frutto. Il voto di Montegrotto ha confermato il sindaco uscente Riccardo Mortandello, a cui inviamo i migliori auguri di buon lavoro.

Nella prossima primavera  si voterà ad Abano e dopo alle due amministrazioni si porrà il grande obbiettivo di cambiare con decisione il volto delle due città.

Alcune questioni  debbono avere una risposta veloce.

Ad Abano la situazione di grave degrado in cui versa il cuore delle Terme non può più attendere con il Kursaal chiuso e recintato in una situazione indecorosa, l’ex hotel Orologio che non si capisce quale fine farà, dopo l’asta con cui l’Empam ha venduto tutte le sue proprietà delle Terme Euganee ad un fondo di investimento, il Centro Congressi Pietro d’Abano chiuso, l’ex hotel Centrale in una situazione di completo abbandono e tante alter situazioni che tutti conoscono e purtroppo anche i nostri ospiti vedono.pillon 155

A Montegrotto si ripete il tema del riuso degli hotel dismessi e quello della riqualificazione del centro dove si fronteggiano attività di assoluta eccellenza, come ad esempio la pasticceria Dalla Bona e altri negozi di pregio, con situazioni ampiamente degradate.

Sono questioni che esigono coraggio e unità d’intenti e l’abbandono di coloro che questo coraggio non hanno e non lo sanno trovare.

Non si può bearsi dei fasti passati, occorre pensare a quelli futuri confrontandosi con i migliori esempi nel mondo, con le mete turistiche che hanno fatto di più sfidando anche difficoltà che sembravano insuperabili.

Le centinaia di operatori economici e migliaia di lavoratori guardano con speranza al futuro e si aspettano coraggio dagli amministratori e da chi ha responsabilità nel territorio, nessuno si può sottrarre da questa sfida.

 

DENTE ROTTO: COSA FARE?

La Rubrica del Dentista

cura di Alice e Francesca Marcato
alice.marcato@alice.it

Dente rotto? Eh sì, può capitare. Sebbene i denti siano forti, è possibile che si crepino, fratturino (nei pazienti che serrano o digrignano) e si rompano in alcune circostanze:

-Masticando qualcosa di duro.MARCATO 155

-In seguito ad un evento traumatico (caduta, colpo, incidente).

-A causa di carie che indebolisce il dente dall’interno, rendendolo fragile.

-In caso di denti molto ricostruiti, non più in grado di reggere la masticazione quotidiana.

Se l’incrinatura/frattura è piccola, può anche non causare dolore, mentre una rottura più vasta quasi sicuramente farà male, perché potrebbe esserci un danno al nervo oppure perché la dentina risulta esposta al caldo e freddo. Tale dolore può essere costante o intermittente.

Fortunatamente al giorno d’oggi è possibile trovare efficacemente soluzioni per un dente rotto. L’importante è prendere appuntamento presso il proprio dentista il prima possibile.

Dente rotto: le soluzioni professionali

A seconda della gravità e della tipologia di rottura, il dentista propenderà per un trattamento differente, e nei casi in cui il frammento recuperato possa essere riposizionato si opterà per questa soluzione. In alcuni casi estetici è possibile utilizzare faccette dentali che coprano il danno visibile. 

In altri casi si procede invece al riempimento del dente rotto tramite materiali biocompatibili come le resine da otturazione.

Se invece ci fosse bisogno di dare maggiore solidità al dente, si utilizzerà una corona protesica.

Nei casi più gravi potrebbe essere necessario eseguire un trattamento canalare; quando infatti la rottura arriva in profondità e il nervo risulta esposto, la devitalizzazione e la successiva ricostruzione anche protesica è l’unica soluzione per eliminare il dolore e poter ripristinare e proteggere completamente il dente.

 

 

AGNELLO DI PAN

• Agnello di pan

Ingredienti • Lardo • Cipolla • Uova • Sale • Zucchero • Prezzemolocucina 153

Soffriggere del lardo o della pancetta insieme a delle cipolle marzaiuole tagliate a pezzettini. • In una terrina sbattere le uova con un pizzico di sale e un cucchiaio di zucchero • Versare il composto nella padella del soffritto aggiungendo molto prezzemolo tritato. Mescolare bene e cuocere, conformandola arrotolata • Questa frittata, per antica tradizione, si fa il giorno di San Marco.

 

 

Spesso i dolori lombari possono essere conseguenti a quelli cervicali… vediamo perché…

L’angolo del Terapista
A cura del Dr. Giuseppe Manzo,
iscritto all’Ordine  TSRM dei Tecnici sanitari
di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche,
della riabilitazione e della prevenzione delle province di Ve e Pd,
al n.87 dell’Elenco Speciale a esaurimento di Massofisioterapia 

 

 

Spesso i dolori lombari possono  essere  conseguenti a quelli cervicali… vediamo perché… MANZO 153

Se si tira dall’alto  un lenzuolino di carta , esso  tende a rompersi in basso.

Così si comporta la fascia che è il tessuto connettivo che tiene insieme tutte le varie parti del corpo avvolgendo  organi, muscoli, ossa, tendini, legamenti, vasi sanguigni.

Per capire meglio di cosa parliamo pensiamo a quando il macellaio toglie una sottile pellicola pulendo un filetto di carne… quella è la fascia!

La fascia connette l’intero corpo e pertanto quando una parte di essa è contratta, per esempio nella zona alta del trapezio, il fastidio lo possiamo avvertire nella zona lombare… come avviene per il lenzuolino…tira sopra si scopre si rompe sotto…

La tecnologia SCENAR nella sua diagnostica è in grado di indicarci la zona migliore sulla quale lavorare, indipendentemente dai sintomi denunciati dal paziente… ci mostra cioè dove il lenzuolino… sta tirando…. mediante i valori maggiori IR ( reazioni iniziali della cute al campo elettromagnetico creato dal segnale Scenar) o la reazione dermografica che noi chiamiamo grande e piccola asimmetria cromatica quando passiamo l’elettrodo sulla cute .

Nella foto il paziente ha visto migliorare la sua lombalgia dopo che, trovata l’area più alterata elettricamente, quel rossore che si vede appunto sul collo, quest’ultimo è stato trattato con protocolli appropriati.

 

 

BONUS PRIMA CASA PER GLI UNDER 36

Il notaio risponde
A cura di Aldo Francisci

BONUS PRIMA CASA PER GLI UNDER 36DI LAURO 153-9

Tra le misure previste dal cosiddetto “Decreto Sostegni bis” vi è l’esonero dalle imposte di Registro (2%) , Ipotecarie e Catastali per l’acquisto della “prima casa” “usata” in favore di giovani classe 1986 (o più giovani) per l’anno in corso, ovvero classe 1987 (o più giovani) per l’anno prossimo, e che abbiano un ISEE non superiore ad euro 40.000. Per chi, invece, acquista una casa nuova da impresa di costruzione, in tale caso l’IVA (4%) al costruttore deve essere pagata al rogito, ma all’acquirente viene subito riconosciuto un credito di imposta di ammontare pari a tutta l’IVA pagata che, tra le varie alternative, potrà essere utilizzato facilmente e velocemente per ridurre le imposte sul reddito dovute in base ad una dichiarazione dei redditi da presentare dopo l’acquisto, oppure per compensare altre imposte dovute; non dà mai, però, luogo a rimborsi. Inoltre lo stesso giovane, se acquista con mutuo, ha un’ulteriore agevolazione perché è esentato dal pagare l’imposta sostitutiva del mutuo pari allo 0,25% della somma mutuata…Insomma è una bella opportunità oggi decidere di fare il fatidico passo di comprar casa, soprattutto se si pensa che i tassi dei mutui, già da qualche tempo, complice la pandemia, sono ai minimi storici, cosa che non è destinata a durare a lungo. Queste agevolazioni, poi, sono temporanee perché decadranno il 30 giugno 2022 per cui la finestra di tempo per avvantaggiarsi di questa opportunità è piuttosto stretta.

Inutile dire che il dato dell’ISEE deve essere dimostrabile perché in caso di dichiarazione falsa, o comunque sbagliata, in merito, scatta non solo il recupero delle imposte non pagate, ma l’Agenzia delle Entrate dispone anche una sanzione amministrativa del 30% oltre a richiedere gli interessi di mora.

Anche in questo caso il Notaio è lieto di essere di supporto ai giovani chi intendono acquistar casa, pronto a fornire tutti i chiarimenti del caso.

 

Salvatore Di Lauro
Notaio in Abano Terme

INCONTINENZA URINARIA

L’ Ostetrica delle Terme
A cura di Barbara Benevento

 

INCONTINENZA URINARIA

BENEVENTO 153

L’incontinenza urinaria è definita come una perdita involontaria di urina e viene classificata in base alla sintomatologia. Si tratta di una condizione piuttosto comune, soprattutto nelle donne, che spesso causa disagi fisici, psicologici e sociali.

L’incontinenza più diffusa è quella da sforzo ed è spesso dovuta a condizioni come la gravidanza, l’obesità, la menopausa, l’età matura o anche ad esiti di chirurgia pelvica. Indipendentemente dalla causa, quando i muscoli che controllano la continenza si indeboliscono, lo sfintere uretrale non riesce a restare contratto con l’aumento della pressione addominale, per cui tossire, starnutire, ridere, sollevare oggetti pesanti o correre può causare questo tipo di incontinenza.

Raccomando a tutte le donne che accusano tale sintomo di non temporeggiare troppo con assorbenti pensando sia l’unica soluzione perché non è affatto così: i trattamenti personalizzati esistono per ogni singola paziente !

Nel mio studio mi impegno a capire la storia clinica e l’approccio terapeutico si basa su un trattamento sanitario mirato al sintomo avvertito dalla paziente. In merito al disturbo urinario mi avvalgo anche di una strumentazione innovativa, non invasiva e indolore, ovvero la radiofrequenza ed elettroporazione.

La sinergia di queste due metodiche esalta il rendimento terapeutico.

 

Studio Ostetrico

Dott.ssa Ostetrica Barbara Benevento

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Abano Terme (PD)

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Dottoressa Barbara Benevento Ostetrica

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QUALI SONO I METODI PER SOSTITUIRE I DENTI MANCANTI

La Rubrica del Dentista

cura di Alice e Francesca Marcato
alice.marcato@alice.it

 QUALI SONO I METODI PER SOSTITUIRE I DENTI MANCANTI

Ti ritrovi a coprirti la bocca quando parli o quando sorridi perché non vuoi che gli altri notino il tuo problema?MARCATO 153

Oppure ormai hai perso più denti e vuoi porre finalmente un rimedio alla tua situazione? Non temere, ci sono vari metodi per sostituire i denti mancanti.

Carie trascurate, traumi e piorrea possono causare la perdita di uno o più denti. Se hai questo problema sai bene quanto sia imbarazzante. Non solo crea problemi quando devi mangiare, ma è fonte di imbarazzo nei confronti delle altre persone.

Vediamo subito quali sono le tecniche per la sostituzione dei denti mancanti.

Come sostituire i denti mancanti quindi?

La soluzione ideale è l’implantologia perché permette di ottenere i migliori risultati sia a livello funzionale che estetico.

In cosa consiste l’intervento? Il dentista procederà al posizionamento di una o più radici artificiali che sostituiranno i denti mancanti, che sono gli impianti.

Per chi ha perso tutti i denti, è possibile procedere con le tecniche chiamate All-on-four o All-on-six. Questi interventi permettono di inserire in una sola volta quattro o sei impianti, sui quali poggerà poi una protesi fissa a carico immediato. Consentono in pratica di sostituire un’intera arcata dentale in un intervento.

Altre soluzioni?

In caso non sia possibile procedere con un impianto per questioni economiche o per mancanza di spessore e dimensione ossea, è possibile studiare altre soluzioni.

Protesi fissa: il ponte dentale 

La protesi fissa sostituisce i denti mancanti con elementi stabili. Tra le protesi fisse più comuni c’è il cosiddetto ponte: va a sostituire uno o più denti mancanti e viene fissato ai denti adiacenti che vanno precedentemente limati.

Protesi mobile

La protesi mobile sostituisce una parte di arcata o anche l’intera arcata dentaria. È fatta apposta per essere rimossa e pulita quotidianamente dal paziente.

La protesi mobile può essere parziale (si attacca con agganci ai denti rimanenti) o totale (se non ci sono più presenti denti residui

 

 

La rubrica dell’avvocato

La rubrica dell’avvocatoa cura dell’ Avv. Claudio Calvello
(Patrocinante in Cassazione – DPO e membro di Federprivacy)

CONDOMINIO: il condomino moroso deve essere preavvisato con una diffida?CALVELLO 153

Per il recupero dei crediti condominiali, il Codice Civile prevede l’emissione di un decreto ingiuntivo in forma provvisoriamente esecutiva sul presupposto che il procedimento di formazione della delibera assembleare è assistito dalla presunzione di legalità dell’approvazione delle spese e della loro ripartizione. Sotto altro profilo, la concessione ex lege della provvisoria esecuzione al decreto ingiuntivo per oneri condominiali, assolve alla funzione di assicurare un sollecito recupero delle somme necessarie alla gestione condominiale che non tollera dilazioni. Ciò precisato, recentemente il Tribunale ha applicato l’orientamento maggioritario secondo cui l’amministratore condominiale che agisce in giudizio per il recupero dei crediti condominiali, non è obbligato a inoltrare al moroso la previa diffida e messa in mora. Nel caso di specie, il condomino moroso si era opposto al decreto ingiuntivo lamentando di non avere ricevuto alcuna richiesta stragiudiziale dall’amministratore o da un legale. Il Tribunale, tuttavia, rigettava l’opposizione proposta dal condominio moroso ritenendo che “Nessun previo adempimento formale è imposto all’amministratore di condominio per il recupero del credito per oneri condominiali non corrisposti in base allo stato di riparto. Egli difatti in adempimento del proprio mandato, può (anzi deve) agire per il recupero del credito anche senza una delibera”. Ne deriva che anche in assenza di una previa lettera di messa in mora nei confronti del condòmino moroso, il decreto ingiuntivo è pienamente valido e legittimo, chiarendo che il sollecito al debitore non è obbligatorio, né può essere considerata quale condizione di procedibilità del recupero del credito.

VOLO CON CAMBIO DELL’AEROPORTO DI ARRIVO: ecco quando si ha diritto al risarcimento.

Il regolamento fondamentale in materia di risarcimento e assistenza ai passeggeri in caso di negato imbarco e di cancellazione o di ritardo dei voli è il Regolamento 261/2004/CE. Competenti a decidere sulle richieste di risarcimento sono i nostri giudici nazionali (Tribunali o Giudici di Pace) mentre la Corte di Giustizia Europea è competente a dirimere le questioni interpretative. In particolare la Corte con una sentenza emessa il 22 aprile 2021 si è pronunciata in un caso che riguardava un passeggero di un volo dirottato su un altro aeroporto della stessa città a causa delle condizioni meteo avverse che in seguito a questo accumulava un ritardo di circa un’ora, oltre ad aver dovuto raggiungere lo scalo di originaria destinazione (distante circa 24 Km) a proprie spese. Ebbene, la Corte ha precisato che le spese di trasferimento per la destinazione sono sempre a carico del vettore. Il vettore aereo infatti, per ovviare ai disagi, deve prestare assistenza la passeggero mettendogli a disposizione un servizio di trasporto alternativo per la raggiungere la destinazione prenotata, in alternativa dovrà risarcirgli il danno. La Corte ha invece affermato che solo se il ritardo supera le tre ore si considera cancellato e che solo in questo caso si ha diritto al risarcimento.