CICLO DI INCONTRI A TU PER TU CON I PROFESSIONISTI
La rubrica dell’avvocatoa cura dell’ Avv. Claudio Calvello
(Patrocinante in Cassazione – DPO e membro di Federprivacy)
CICLO DI INCONTRI A TU PER TU CON I PROFESSIONISTI
L’idea del ciclo di incontri gratuiti “A Tu per Tu con i professionisti”, che si tiene presso il nostro Studio Legale in Abano Terme – Via Previtali n. 30, nasce con l’obiettivo di offrire informazioni, aggiornamenti e chiarimenti sulle tematiche giuridiche che interessano la quotidianità di tutti.
Gli incontri, di tipo divulgativo, vogliono trasmettere conoscenze e promuovere consapevolezza in argomenti che riguardano sia la vita lavorativa (ad es. privacy, contrattualistica, recupero crediti) che la vita privata (ad es. rapporti figli e genitori separati, alcoltest e guida in stato di ebbrezza).
Ogni incontro è diviso in due parti: nella prima, a cura dei relatori, viene analizzato il tema oggetto della serata. La seconda parte prevede, invece, una partecipazione attiva di tutti i presenti, creando un’occasione di confronto e scambio reciproco di idee con i relatori che si rendono disponibili a dialogare ed a rispondere alle eventuali domande/dubbi.
La tematica “Privacy: come affrontare l’ispezione della Guardia di Finanza”, trattata all’incontro inaugurale del 9 ottobre scorso, ha suscitato un numero di richieste di partecipazione oltre le aspettative che ci ha spinto a riproporla già in un paio di altri appuntamenti.
Intervengono con me all’incontro, l’Ing. Sandro Morassut di Regola Team il quale racconta la sua esperienza personale quale consulente informatico di un’azienda padovana recentemente sottoposta ad un controllo GDPR-Privacy (V. Immagine – Verbale d’ispezione), l’Avv. Massimiliano Fabiani (Foro di Bologna) nonché l’Avv. Marco Martinoia (Studio Legale Calvello)
PAOLO GHEDINA CI HA LASCIATO
PAOLO GHEDINA CI HA LASCIATO
“Quello che veramente ami rimane”
Con la discrezione e la leggerezza che gli erano caratteristici e il suo sguardo un po’ enigmatico e un po’ indagatore, ma sempre aperto e fiducioso, Paolo Ghedina ci ha lasciati.
Un nemico spietatamente devastatore, accanitosi per quasi un anno in un crescendo di crudeltà contro la sua tenace speranza di vita, lo ha portato via da questo mondo.
Può darsi che di lui qualcuno si sia dimenticato e che altri, come i ragazzi di oggi, non ne abbia mai saputo nulla, ma niente e nessuno può cancellare quello che Paolo Ghedina ha fatto per la comunità di Abano.
Ma anche per altre comunità: Montegrotto, Rubano, Vedelago.
“Quello che veramente ami rimane, quello che veramente ami è la tua vera eredità”, dice il Poeta.
Paolo – che era molto affezionato a questi versi di Ezra Pound – ha profondamente amato il suo lavoro di operatore culturale e le imprese che mediante esso si dedicò a realizzare con grande passione e inesausta energia sono frutto di questo amore.
Di esso e del suo lavoro lascia adesso preziosa eredità a noi, a coloro che l’hanno conosciuto e anche a coloro che non l’hanno conosciuto, perché di tale eredità tutti oggi possiamo beneficiare.
Ad Abano Terme – lo affermo da testimone diretto – fu colui che rifondò la Biblioteca Civica, dirigendola con passione e competenza per vent’anni (1982-2002), colui che lavorò senza risparmiarsi al progetto della bella sede attuale e che diresse il complesso trasloco delle raccolte librarie e delle attività dalla vecchia sede alla nuova e infine colui che curò poi, vent’anni fa esatti, l’inaugurazione essa (qui nella foto di sinistra è ritratto durante il suo discorso inaugurale) avviandone così le attività che sono continuate fino ad oggi.
Oltre che rifondatore di biblioteche ad Abano, Paolo Ghedina lo fu anche a Vedelago, dove, invitato con insistenza dall’Amministrazione Comunale a trasferirsi, ristrutturò la sede e le attività di quella Biblioteca dando ad essa nuova vita e rilanciandone una presenza pulsante di belle iniziative nel cuore della comunità.
Ma Paolo Ghedina fu addirittura il vero fondatore tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso di altre due importanti istituzioni culturali: la Biblioteca di Rubano (qui ideò e diede, tra l’altro, avvio anche alla Rassegna di Canto Corale, la cui XXXVIII edizione si sta svolgendo proprio in questi giorni) e, prima ancora, la Biblioteca di Montegrotto Terme (dove risiedette a lungo, venendovi anche eletto consigliere comunale, e dove ora ha scelto di tornare come sua estrema dimora).
Organizzò convegni e congressi in ambito bibliotecario (tra cui un’ Assemblea nazionale dell’Associazione Italiana Biblioteche, alla quale era iscritto da membro attivissimo), fu redattore di riviste e autore di molti testi in ambito biblioteconomico, operando in questo campo anche come apprezzato docente e formatore.
Fu dunque in primis un valoroso bibliotecario Paolo Ghedina, ma non fu solo questo.
Curatore e organizzatore di numerosissime mostre d’arte (cito solo quella da lui curata con grandissimo successo ad Abano nel 1999 presso i propilei del Montirone, ”Donne d’acqua. Bellezza, mito e sensi da Cranach a De Chirico”, e quelle successive (2003), da lui denominate “Giardino dell’arte” e allestite presso la Villa Comunale a Vedelago con opere di importanti scultori quali Augusto Murer, Wolfgang Alexander Kossuth), Paolo Ghedina sviluppò con instancabile dedizione un parallelo impegno sia nel campo dell’arte antica (suo fu il primo allestimento della Donazione d’arte Roberto Bassi Rathgeb negli spazi dell’allora Villa Zasio, poi denominata Bassi, come oggi è conosciuta) sia parallamente in quello delle arti contemporanee.
Seguì infatti il lavoro di parecchi artisti e concorse alla costituzione dell’Associazione Artisti Aponensi.
Fu il fondatore e fin dal primo istante di esistenza l’appassionato promotore dell’Associazione Amici dei Musei di Abano, Montegrotto e Due Carrare, organizzando visite a importanti musei, mostre e città d’arte in Italia e all’estero.
Paolo era un appassionato amante della musica – adorava Mozart, di gran lunga il suo autore preferito – e organizzò molti concerti e rassegne.
Insieme facemmo anche nascere l’Orchestra da camera di Abano Terme che, dopo un periodo di splendore, dovette purtroppo cessare l’attività per motivi economici.
Paolo Ghedina è stato anche un raffinato bibliofilo, collezionista e studioso di libri antichi e rari, è stato scrittore assai prolifico in campi diversi (la sua bibliografia, ancorché incompleta, nel sito www.paologhedina.it) e, negli ultimi quindici anni della sua vita, anche attore di teatro e camminatore lungo le vie di antichi pellegrinaggi come la Via Francigena.
Era molto orgoglioso dell’unico figlio, Marco, laureato in lingua e letteratura cinese, il quale è stato ed è tuttora docente di lingua italiana in Cina.
Insieme a Paolo e a mio fratello Aldo andai a fargli visita otto anni fa e fu un’occasione per conoscere in simpaticissima compagnia (Marco conosceva bene la capitale cinese, anche negli aspetti meno turistici) quella città meravigliosa che è Pechino, un’occasione irripetibile.
Paolo amava tantissimo suo figlio e considerava l’essergli padre il più bel regalo che aveva avuto dalla vita.
Per me fu amico vero e sincero, fraterno vorrei poter dire, e forse solo la sua assenza sopraggiunta adesso senza possibilità di ritorno mi fa comprendere appieno quanto sia stata per me importante l’amicizia con lui.
Paolo Ghedina era molto religioso, cattolico praticante (ogni anno, a Pasqua, veniva a portarmi in dono un ramoscello di ulivo benedetto, con mia gioia e gratitudine): sono sicuro che ieri è salito negli alti cieli del suo Paradiso per ordine perentorio del Padreterno, accompagnato dai cori di innumerevoli angeli splendenti.
Bruno Francisci
L’ALBUM DI ABANO CAMBIA LA SUA COPERTINA www.albumdiabano.it
www.albumdiabano.it rinnova la sua veste grafica. Che cosa significhi tutto questo, lo spiega Cristina Pollazzi, Assessore alla Cultura del Comune termale. “L’Album di Abano Terme consiste nella raccolta e pubblicazione on-line di fotografie della città e dei suoi ospiti e abitanti, costituendo un archivio fotografico accessibile a tutti. Il progetto partì nel 2007 grazie a una felice intuizione dell’allora Assessore Livio Pezzato” prosegue la Pollazzi “ma nel frattempo la tecnologia ha fatto grandi passi avanti e quindi c’era bisogno di un restyling”.
In effetti il cambiamento più importante è che il sito è diventato responsive cioè riconosce automaticamente il dispositivo dell’utente e si adatta a seconda delle dimensioni del device su cui si guarda (smartphone, tablet, desktop) quindi con contenuti, colonne e menù flessibili.
“Mi sono particolarmente spesa per sostenere la Biblioteca Civica nel suo progetto culturale di potenziare la raccolta di documentazione locale” spiega l’Assessore “Il fine è quello di rendere disponibili le immagini che testimoniano la storia della nostra comunità, così i nostri concittadini si riapproprieranno delle loro radici e i turisti comprenderanno che la nostra città ha alle spalle una storia millenaria”.
Attualmente l’Album accoglie centinaia e centinaia di immagini tra cartoline e fotografie storiche, ma molto rimane ancora da fare perché questo archivio della memoria visiva possa arricchirsi sempre più ed ecco il motivo per cui la Pollazzi lancia un appello: “È necessario che i concittadini contribuiscano a questa impresa culturale consegnando le fotografie al personale della Biblioteca Civica che provvederà a riprodurle e a riconsegnarle prontamente ai proprietari. Sono certa che molti, cittadini, Enti, associazioni e aziende, generosamente contribuiranno ad arricchire con le loro preziose testimonianze fotografiche lo scrigno comune che racconterà ai contemporanei e ai posteri del nostro recente passato”.
UTILIZZO DELLO SPAZZOLINO ELETTRICO
La Rubrica del Dentista
A cura della Dottoressa Alice Marcatoalice.marcato@alice.it
UTILIZZO DELLO SPAZZOLINO ELETTRICO
Una delle cose più semplici da fare per prevenire la formazione della placca è impegnarsi in una buona igiene orale quotidiana. L’utilizzo di uno spazzolino elettrico insieme ad un dentifricio e un collutorio antibatterico, oltre a visite periodiche dal dentista, rappresenta un modo efficace per una quotidiana igiene orale e per tenere sotto controllo la placca.
Lo spazzolino manuale può essere uno strumento efficace, ma per gli spazzolini manuali può essere difficile pulire in modo adeguato gli spazi interdentali, la zona posteriore dei denti o altre zone difficilmente raggiungibili della bocca. Il risultato? La placca si accumula gradualmente nel tempo e porta spesso alla formazione di tartaro, carie o altri disturbi dentali.
Dato che provvedono a spazzolare i denti in modo migliore, gli spazzolini elettrici sono per molte persone più semplici da usare rispetto agli spazzolini manuali tradizionali. Inoltre, data l’ampia gamma di modelli e caratteristiche disponibili, è facile trovare lo spazzolino che risponde alle tue esigenze di igiene orale specifiche.
In linea di principio non esistono utenti che non possono utilizzare uno spazzolino elettrico: giusto per i bambini si raccomanda di avviare all’utilizzo di questo apparecchio in un’età compresa tra i 5 e i 6 anni, con prodotti adatti alla loro età, ma per il resto chiunque è adibito all’uso di tale strumento, giacché non rovina affatto i denti.
Dopo aver fugato timori immotivati, sottolineiamo comunque che coloro che hanno particolari problemi, ad esempio chi soffre di gengive sensibili tendenti più facilmente al sanguinamento, dovrebbero acquistare sempre un prodotto ad hoc, con un sensore di pressione che avverta se si sta mettendo troppa energia durante lo spazzolamento, montando testine con setole morbide e programmi pensati appositamente per la sensibilità dentale: utilizzato nel modo corretto, uno spazzolino elettrico rimuove placca e tartaro dei denti in maggiore quantità, secondo la maggior parte dei professionisti del settore odontoiatrico.
Tra gli spazzolini elettrici in commercio, i più diffusi e largamente venduti sono quelli che compiono movimenti rotatori-oscillatori, e probabilmente sono gli apparecchi più consigliati per chi si avvicina adesso all’uso degli spazzolini elettrici. Lo spazzolino rotante non richiede istruzioni particolarmente complicate, basta appoggiare lo strumento sulla superficie dei denti, spostandoli da una zona all’altra lentamente, nei tempi prima descritti, senza esercitare la pressione che normalmente si mette con uno spazzolino manuale: ricordiamoci che la gran parte dei movimenti lo fa l’apparecchio, e noi dobbiamo semplicemente limitarci a passare lo spazzolino tra un dente e l’altro.
CUCINA PADOVANA
• Fegato alle uova sode
Appassire abbondante cipolla in olio d’oliva, e cuocervi del fegato di vitello o dei fegatini d’oca, d’anatra o di pollo, ben mondati, tagliati a pezzetti. Rosolarli bene bene, irrorarli con un po’ di vino bianco. Lasciare che evapori. Salare e pepare, per 300 g di fegato preparare 6 uova sode. Tritare insieme il fegato con la cipolla e le uova sode, condire con il sugo, raccogliere a cupoletta e servire.
AGEVOLAZIONI FISCALI SU ACQUISTO DI STRUMENTI COMPENSATIVI PER PERSONE CON DSA
Il CommercialistaA cura del Dr. Stefano Baraldo info@studiobaraldo.it
Tel: 049 8774780 – 8774772 Fax: +39 49 8219962
AGEVOLAZIONI FISCALI SU ACQUISTO DI STRUMENTI COMPENSATIVI PER PERSONE CON DSA
Detrazione ai fini IPERF pari al 19% delle spese sostenute, a partire dall’anno 2018
La legge di bilancio 2018 (Legge n. 205/2017), in vigore dall’1 gennaio 2018, ha introdotto una importante novità per le persone con DSA: le spese sostenute per “L’acquisto di strumenti compensativi e sussidi tecnici e informatici, di cui alla legge 8 ottobre 2010, n° 170, necessari all’apprendimento” diventano fiscalmente detraibili dalle tasse.
L’agevolazione si applica alle spese sostenute dal 2018 “per l’acquisto di strumenti compensativi e di sussidi tecnici e informatici, di cui alla legge 8 ottobre 2010, n. 170, necessari all’apprendimento, nonchè per l’uso di strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento delle lingue straniere”
La detrazione spetta a condizione che il contribuente presenti:
fattura che attesta l’acquisto dello strumento compensativo/informatico, che deve essere debitamente conservata.
“un certificato medico che attesti il collegamento funzionale tra i sussidi e gli strumenti acquistati e il tipo di disturbo dell’apprendimento diagnosticato”, quindi la diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento DSA.
Per quanto attiene al profilo soggettivo, le spese devono essere “sostenute in favore dei minori o di maggiorenni, con diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) fino al completamento della scuola secondaria di secondo grado”. Colui che usufruisce dello strumento compensativo deve quindi essere uno studente con DSA dalla scuola primaria alla scuola secondaria di II grado.
Su tali spese pertanto il beneficiario potrà godere di una detrazione ai fini IRPEF pari al 19% della spesa sostenuta, a partire dalla dichiarazione dei redditi 2019 (sui redditi del 2018).
La spesa può essere detratta dal genitore nel caso in cui sia da questi sostenuta nell’interesse del familiare a carico con DSA, a condizione che il bambino/ragazzo con DSA sia quindi fiscalmente a carico.
Con il provvedimento del 6 aprile 2018, l’Agenzia delle Entrate ha fornito le indicazioni per usufruire dell’agevolazione introdotta dalla Legge di Bilancio 2018, che si applica dal 1° gennaio 2018 alle spese sostenute fino al completamento delle scuole superiori.
Rientrano nell’agevolazione gli acquisti di strumenti compensativi e di sussidi tecnici e informatici necessari all’apprendimento, alla comunicazione verbale oppure utili ad assicurare ritmi graduali di acquisizione delle lingue straniere.
La detrazione del 19% dall’IRPEF spetta ai soggetti, sia minori che maggiorenni, con diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) per l’acquisto di strumenti compensativi e di sussidi tecnici e informatici fino al completamento della scuola secondaria di secondo grado. L’agevolazione spetta anche per le spese sostenute per i figli (e in generale i familiari per i quali è riconosciuta una detrazione per carichi di famiglia).
Ai fini dell’agevolazione occorre che il beneficiario sia in possesso di un certificato rilasciato dal Servizio sanitario nazionale, da specialisti o strutture accreditate, che attesti per sé, o per il proprio familiare, la diagnosi di DSA.
Le spese sono detraibili se:
documentate con fattura o scontrino fiscale “parlante” , nel quale sia indicato il codice fiscale del soggetto con DSA e la natura del prodotto acquistato o utilizzato.
il collegamento funzionale tra l’acquisto e il tipo di disturbo dell’apprendimento diagnosticato risulta dalla certificazione o dalla prescrizione autorizzativa rilasciata da un medico.
Sono compresi nell’agevolazione gli strumenti compensativi, ovvero gli strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o aiutano l’alunno con Dsa nella sua attività di apprendimento, come per esempio:
la calcolatrice, che aiuta nelle operazioni di calcolo,
la sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto;
il registratore, che consente all’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione;
i programmi di video scrittura con correttore ortografico, che permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori.
Sono inoltre detraibili gli acquisti di sussidi tecnici e informatici come i computer necessari per la video scrittura, anche appositamente fabbricati, che facilitano la comunicazione interpersonale, l’elaborazione scritta o grafica, l’accesso alla informazione e alla cultura.
La rubrica dell’avvocato
La rubrica dell’avvocatoa cura dell’ Avv. Claudio Calvello
(Patrocinante in Cassazione – DPO e membro di Federprivacy)
GDPR-PRIVACY: È PRIMA DI TUTTO METODOLOGIA!
La digitalizzazione e gli sviluppi tecnologici che stanno rendendo ormai più agili e veloci tutte le attività all’interno di un’impresa ovvero di uno studio professionale, richiedono anche maggiori garanzie di sicurezza per tutti i dati che riguardano i soggetti coinvolti. La nuova normativa non deve essere vista come un semplice obbligo che comporta dei costi, bensì come un’opportunità di acquisire una metodologia che permetta di migliorare i propri processi. La migliore protezione dei dati sono il cuore di ogni attività: il GDPR nasce proprio considerando il panorama ormai incontrollabile di cyber attacchi e minacce, sempre più gravi, al patrimonio informatico e alla privacy delle imprese e degli studi professionali. In un contesto sempre più inevitabilmente connesso, dove IT (tecnologia informatica) e IoT (internet delle cose) entrano sempre di più nella vita di tutti i giorni, sono i dati il punto di partenza di qualsiasi business, e come tale vanno protetti. Si pensi solo cosa può significare in termini economici per un’azienda o uno studio professionale essere colpiti da un attacco informatico che blocca l’attività per qualche giorno. Si pensi ancora cosa può significare in termini reputazionali per un’azienda – così come per uno studio professionale – essere vittima di un attacco informatico che vada a trafugare o distruggere tutti i dati (anche personali) di quell’impresa/professionista. E, beninteso, non siamo più al cospetto, di episodi sporadici, ma di un fenomeno che si sta allargando a macchia d’olio: non v’è giorno, infatti, che sfogliando i quotidiani, non si registrino attacchi informatici ad aziende e professionisti di tutte le dimensioni. Ecco quindi spiegato il motivo (o, meglio, uno dei motivi) per cui è il GDPR impone che ogni nuovo servizio professionale o processo aziendale che utilizza i dati personali debba sin dal primo step prendere in considerazione la protezione dei medesimi prima del loro utilizzo. Inoltre, aziende e professionisti devono essere in grado non solo di garantire un determinato grado di sicurezza ma anche di dimostrare il costante monitoraggio della protezione dei dati. Essere in grado di offrire prodotti o servizi che facciano sentire al sicuro il cliente nell’usarli, significa garantire il successo del proprio business. Ecco perché l’attuazione del GDPR è a tutti gli effetti un investimento (e non un costo) per professionisti ed aziende, oggi più che mai indispensabile per sostenere il proprio futuro nel mercato. Trattasi di una nuova mentalità, di una nuova cultura o, come diciamo sempre ai nostri Clienti, di una nuova metodologia. E qualcuno non pensi che si tratti di un ulteriore burocratizzazione o appesantimento dei sistemi aziendali perché è vero l’esatto opposto. Il GDPR se realmente e seriamente adottato, infatti, semplifica tutta una serie di passaggi lasciando, al professionista/imprenditore maggiore libertà di azione e decisione (e ciò anche nelle attività di marketing). Ovvio che ad una maggiore libertà di scelta decisionale corrisponda anche una maggiore responsabilizzazione (accountability) ma il tutto è assolutamente gestibile. La strada è ormai tracciata e indietro non si torna…bisogna, invece, sempre e solo guardare avanti!