ARIA CONDIZIONATA … GIOIA E DOLORI … AL COLLO SOPRATTUTTO!
L’angolo del Terapista
A cura del Dr. Giuseppe Manzo cell. 348 7048590
www.giuseppemanzo.com giuseppemanzo51@gmail.com
ARIA CONDIZIONATA … GIOIA E DOLORI … AL COLLO SOPRATTUTTO!
Aria condizionata in auto, in ufficio, sul treno, nei corridoi, nelle camere d’albergo, naturalmente i condizionatori d’aria per rinfrescare una stanza, qualsiasi fonte di aria fredda puo’ causare disagio significativo, anche dolore al collo (a parte alcune allergie, problemi di otorinolaringoiatria, mal di testa, ecc.).
Sotto l’effetto dell’ aria fredda, il collo e tutti i suoi muscoli si irrigidiscono e causano un dolore significativo per le conseguenti contratture muscolari. Infatti, in questo periodo i cui per l’alta temperatura si vive costantemente con l’aria condizionata accesa, arrivano in studio, inviati dai medici, persone che non sanno più come girare la testa, soffrono di forti dolori al collo e presentano torcicolli acuti.
Cosa fare per limitare il danno?
In auto evitare innanzitutto correnti d’aria e aria condizionata. Fare attenzione a non tenere aperto il finestrino o a tenere a mille l’aria condizionata in auto. Quando si dorme con la finestra aperta, evitare che l’aria fredda raggiunga il collo. Nel trasporto pubblico ma anche in un taxi ed in auto propria, sia in estate che in inverno, è buona cosa avere una sciarpa legata intorno al collo.
Non appena vengono avvertiti i primi segni di disagio, fare una doccia calda posizionando la doccia sul collo (naturalmente facendo attenzione che l’acqua non sia troppo calda per evitare ustioni alla pelle).È inoltre possibile posizionare un cuscinetto termico a base di pietre di ciliegio o impacchi di calore o una bottiglia di acqua calda direttamente a contatto con il collo. Anche unguenti riscaldati possono aiutare alla bisogna. Massaggi rilassanti possono anche alleviare le tensioni e le contratture muscolari .
Se il dolore persiste, consultare il medico di famiglia. Mai auto-medicarsi. Si possono assumere paracetamolo o un medicinale antinfiammatorio su consiglio di un medico o di un farmacista. Il medico può anche raccomandare un farmaco per le contratture muscolari, un rilassante muscolare o un rilassante.
Qual è il miglior trattamento per il dolore al collo?
Sicuramente una combinazione di esercizi di forza e di mobilità, strategie posturali ed ergonomiche e considerazioni psicologiche dovrebbero essere affrontate quando si riabilitano le persone con dolore al collo.
È stato dimostrato clinicamente che specifici esercizi di forza e resistenza aiutano a ridurre il dolore al collo sia acuto che cronico .Movimenti delicati del collo ripetuti possono aiutare a rilassare articolazioni e muscoli rigidi. Le manipolazioni su articolazioni e muscoli possono ridurre il dolore e migliorare il movimento. Il massaggio dei tessuti molli può aiutare ad alleviare il dolore e il disagio del dolore al collo ma non puo’ essere un trattamento esclusivo.
Gli stress psicologici sono importanti d considerare, poiché sono spesso alla base del dolore persistente al collo.
Implementare strategie di rilassamento può aiutare. Modalità infine elettroterapeutiche come la Scenar o l’AK -TOM terapia si sono rivelate efficaci per alleviare il dolore, ma ancora una volta, dovrebbero essere usate in combinazione con il trattamento attivo e la correzione posturale. Clinicamente, troviamo che misure semplici come sedersi con una buona postura e usare una sedia ergonomica possono aiutare significativamente il dolore meccanico al collo.
ASSEGNI AL NUCLEO FAMILIARE: NUOVE MODALITÀ DI RICHIESTE
Le ACLI informano
a cura del Caf Acli di Padova
www.aclipadova.it – 049601290
ASSEGNI AL NUCLEO FAMILIARE: NUOVE MODALITÀ DI RICHIESTE
La modalità di richiesta degli Assegni al Nucleo Familiare è cambiata dal 1° aprile 2019: le domande di ANF vanno infatti presentate all’Inps esclusivamente per via telematica da parte del lavoratore usando il pin Inps o usufruendo dei servizi del Patronato e non va più presentato in forma cartacea al proprio datore di lavoro.
Il pagamento continuerà, tuttavia, ad essere effettuato mensilmente in busta paga. Questo cambiamento è stato comunicato direttamente dall’Inps attraverso una circolare in cui veniva spiegato che la nuova modalità è stata adottata per garantire il corretto calcolo dell’importo spettante e per assicurare una maggiore aderenza alla normativa sulla protezione dei dati personali.
La nuova procedura riguarda i lavoratori dipendenti di aziende non agricole del settore privato.
Solo i lavoratori agricoli a tempo indeterminato, i cosiddetti OTI, e i lavoratori del settore pubblico non sono interessati dalla novità: queste categorie potranno quindi continuare con la vecchia procedura, ovvero la presentazione del modulo cartaceo ai rispettivi enti e datori di lavoro.
L’Assegno al Nucleo Familiare è un sostegno economico erogato dall’INPS, esente da imposizione fiscale (da non confondere con le detrazioni fiscali per i familiari a carico), che riguarda le famiglie dei lavoratori dipendenti in attività, dei titolari di pensioni a carico dei fondi dei lavoratori dipendenti, dei lavoratori parasubordinati, dei titolari di prestazioni antitubercolari e di prestazioni a sostegno del reddito, quali per esempio la NASPI.
L’erogazione della cifra è prevista nel periodo dal 1° luglio al 30 giugno in base ai redditi dell’anno precedente: ad esempio per il periodo 01/07/2019-30/06/2020 l’assegno al nucleo familiare è calcolato in base ai redditi del 2018.
L’importo dell’assegno varia anche in base alla consistenza numerica del nucleo familiare e alla sua composizione. Appartengono al nucleo familiare:
• il richiedente;
• il coniuge/parte di unione civile, che non sia legalmente ed effettivamente separato o sciolto da unione civile, anche se non convivente, o che non abbia abbandonato la famiglia;
• i figli ed equiparati di età inferiore a 18 anni, conviventi o meno;
• i figli ed equiparati maggiorenni inabili, purché non coniugati;
• i figli ed equiparati, studenti o apprendisti, di età superiore ai 18 anni e inferiore ai 21 anni, purché facenti parte di “nuclei numerosi”, cioè nuclei familiari con almeno quattro figli tutti di età inferiore ai 26 anni;
• i fratelli, le sorelle del richiedente e i nipoti (collaterali o in linea retta non a carico dell’ascendente), minori o maggiorenni inabili, solo se sono orfani di entrambi i genitori, non hanno conseguito il diritto alla pensione ai superstiti e non sono coniugati;
• i nipoti in linea retta di età inferiore a 18 anni e viventi a carico dell’ascendente.
Come detto, la modalità precedente consisteva nella presentazione di una domanda cartacea da parte del lavoratore al datore di lavoro cui era attribuito, quindi, non solo il ruolo di “anticipatore” di questa prestazione, ma anche l’onere del calcolo.
Si stima che i lavoratori aventi diritto siano circa 2 milioni 800 mila: una platea così vasta di beneficiari porta ad oggettive difficoltà per l’Inps nel controllare correttezza degli importi ed effettiva erogazione degli ANF agli aventi diritto.
La nuova modalità, rovesciando il flusso informativo, con l’Istituto che calcola ed indica ai datori di lavoro l’esatto importo massimo da erogare, rappresenta un passo ulteriore nella telematizzazione dell’attività dell’Inps e uno strumento utile a monitorare e razionalizzare una spesa così significativa in termini economici ma anche “valoriali”, essendo finalizzata a sostenere le famiglie.
Gli Operatori del Patronato ACLI, come sempre, sono disponibili a fornire una consulenza completa e professionale, alle famiglie e a tutti gli interessati, presso gli sportelli e su appuntamento.
Chiama lo 049 601290 per saperne di più e per prenotare un appuntamento con il Patronato ACLI di Montegrotto Terme.
IL CONTRATTO DI MANTENIMENTO
Il notaio risponde
A cura di Aldo Francisci
IL CONTRATTO DI MANTENIMENTO
Notaio, cos’è il Contratto di Mantenimento?
È un contratto molto diffuso nella prassi che coinvolge due parti: il “vitaliziato” (tendenzialmente si tratta di un genitore) che è colui che trasferisce un bene, di solito un immobile, al “vitaliziante” (normalmente si tratta di uno dei figli) il quale in cambio si obbliga a mantenere il genitore vita natural durante. Scopo del contratto di mantenimento è quello di assicurare al vitaliziato vitto, alloggio e vestiario, compagnia, cure mediche, pulizia della casa e della persona, insomma assistenza in genere e, dunque, condizioni di vita dignitose. In particolare, il contenuto della cura e dell’assistenza che vengono prestate non è predefinito, ma può e deve essere adattato a seconda della necessità del vitaliziato; sarà compito del notaio, dopo aver opportunamente ascoltato le specifiche necessità delle parti, redigere il contratto di mantenimento che nel caso concreto meglio soddisfa le necessità di ognuno.
Difatti, nel contratto di mantenimento si può personalizzare il contenuto delle varie prestazioni, prevedendo, ad esempio, l’obbligo per il vitaliziante di recarsi a visitare il vitaliziato un minimo di giorni a settimana, l’obbligo di prestargli assistenza diurna e/o notturna, anche avvalendosi di personale qualificato retribuito a spese del vitaliziante; l’obbligo di accompagnare il vitaliziato presso studi medici e case di cura e di somministrargli le medicine; oppure l’obbligo di favorire la vita sociale e di relazione del vitaliziato, accompagnandolo a far visita a parenti e amici. Tutto quanto oltre alle ovvie esigenze materiali.
E’, dunque, un contratto oneroso alternativo che consente di realizzare un passaggio generazionale del patrimonio familiare ai figli, senza passare per la donazione, e questo pone il trasferimento immobiliare al riparo dalle tipiche conseguenze negative della donazione (le famigerate azioni di riduzione e restituzione) che tanti problemi crea ove poi un domani si volessero vendere o ipotecare i predetti immobili.
Inoltre, il vitaliziato consegue il vantaggio di vedersi assicurate cura e assistenza fino alla fine dei propri giorni, ottenendo così una serenità che non sarebbe garantita dal classico contratto di donazione.
In conclusione, il contratto di mantenimento non solo permette di superare i problemi inerenti alla provenienza donativa degli immobili, ma appresta una tutela a coloro che ad un certo punto della vita si trovano a dover pensare a come far fronte alle proprie necessità quotidiane.
Il notaio, anche sul delicato tema del passaggio generazionale del patrimonio familiare ai figli, è sempre pronto a consigliare per il meglio il cittadino nel caso concreto.
Salvatore Di Lauro
Notaio in Abano Terme
La rubrica dell’avvocato
La rubrica dell’avvocatoa cura dell’ Avv. Claudio Calvello
(Patrocinante in Cassazione – DPO e membro di Federprivacy)
ADEGUAMENTO GDPR-PRIVACY: la formazione del personale non è un costo ma un investimento!
Implementare tutte le misure di sicurezza e quelle organizzative adeguate e proporzionate al tipo di trattamento di dati al fine di assicurare la sicurezza e prevenire i rischi di violazioni nell’ambito del trattamento dei dati personali in un’azienda, sono elementi fondamentali anche per provare che l’impresa, in qualità di titolare (o responsabile) del trattamento, si è attivata nel rispetto delle norme del Nuovo Regolamento UE. Tuttavia, l’implementazione delle misure serve a poco se poi i soggetti che devono adottarle e attuarle nel quotidiano non sono adeguatamente formati in materia di privacy e sulla cybersecurity. La formazione dei dipendenti, ma anche dei dirigenti e degli imprenditori stessi è un asset di fondamentale importanza per provare, in caso di ispezioni, che l’impresa si è attivata a rispettare le norme del Reg. UE n. 679/2016. Se, infatti, vengono predisposte correttamente le misure richieste dal GDPR, ma il personale e i collaboratori non sono poi resi coscienti dell’importanza della loro attuazione, non conoscono le norme, i principi in materia di trattamento dei dati personali e i rischi nel caso di mancato rispetto delle regole, quelle misure resteranno solo pura teoria. Se un dipendente non è regolarmente formato sul motivo per cui deve utilizzare in un certo modo i sistemi informativi aziendali e sui rischi potenziali di un suo comportamento non idoneo che si configura violando ad esempio le istruzioni impartite o non attuandole in maniera esatta, non potremo meravigliarci se non impiegherà la cura e l’attenzione necessarie nel trattamento dei dati personali che gli sono affidati in ragione del suo ruolo; e se poi proprio a causa di una sua disattenzione, si verificasse una violazione sui dati personali trattati dall’azienda, la responsabilità sarà solo del titolare dell’impresa! Ecco perché la formazione dei dipendenti e dei collaboratori in materia di privacy non deve essere considerata come un costo dall’impresa, ma come un investimento sulla risorsa umana per renderla cosciente e sensibilizzarla sull’importanza del rispetto delle norme in materia di trattamento dati personali. Con l’effettiva entrata in vigore del GDPR, la privacy non è più una questione a termine, non si tratta solo di scrivere per una volta istruzioni operative, di redigere informative conformi, di verificare i consensi degli interessati, di valutare i rischi potenziali, di designare responsabili del trattamento, di implementare misure tecniche e organizzative adeguate e proporzionate che saranno valide per sempre, la privacy è un argomento dinamico che si muove con l’impresa, con le sue nuove iniziative, con i nuovi software e le nuove app sviluppate per l’impresa, con l’assunzione di nuove risorse o di nuovi partner o con la sottoscrizione di accordi con fornitori terzi che cambiano o si aggiungono a quelli con cui l’impresa già collabora. La formazione deve essere effettivamente erogata e deve essere adeguata al settore specifico, al tipo di dati trattati e ai ruoli del personale e deve essere tesa a chiarire i comportamenti idonei per prevenire i rischi e a precisare le condotte da assumere per intervenire tempestivamente in caso di violazioni sui dati trattati (data breach).
Ovviamente se avete bisogno di assistenza in tema di Privacy (fosse anche solo per un chiarimento) non esitate a contattarci!
UNA VACANZA SERENA PASSA ANCHE DALLA BOCCA
La Rubrica del Dentista
A cura della Dottoressa Alice Marcatoalice.marcato@alice.it
UNA VACANZA SERENA PASSA ANCHE DALLA BOCCA
Immagina di stare al mare, in pieno relax sul lettino, oppure tra i sentieri di una fresca montagna. Tutto scorre per il verso giusto fino a quando, all’improvviso, il mal di denti ti rende la vacanza insopportabile e devi necessariamente farti visitare da un dentista. E dove lo trovi un dentista ad agosto?
Non è uno scenario da incubo, ma una situazione che si verifica spesso e che in poco tempo può rovinare una vacanza estiva programmata da mesi. Che fare? Per evitare un simile imprevisto, l’unica soluzione è la prevenzione.
Prima di partire per le vacanze estive prenota una visita di controllo in anticipo.
• Prendi appuntamento per una seduta di igiene professionale per eliminare placca e tartaro, cause di infiammazioni gengivali e infezioni parodontali.
• Se devi fare viaggi in aereo o immersioni subacquee, chiedi al dentista di verificare lo stato delle vecchie otturazioni: se sono inefficaci o infiltrate, gli sbalzi di pressione potrebbero causare dolori. Se un’otturazione dovesse saltare, evita bevande o cibi troppo freddi e mantieni il dente il più pulito possibile. Per diminuire il dolore provocato dal contatto con il cibo, puoi mettere nella cavità un piccolo batuffolo di cotone, che però deve essere sempre pulito e cambiato di frequente.
• Se, prima di partire, devi sottoporti a qualche piccolo intervento chirurgico in bocca, evita di esporti al sole intenso nei primi giorni dopo. L’eccessivo calore, infatti, determina vasodilatazione, aumentando il rischio di gonfiori.
• Se hai corone fissate con un cemento provvisorio o vecchie protesi fisse, è meglio farle controllare prima di partire.
• Se hai protesi mobili, falle controllare almeno due settimane prima di partire. Anche se hai un apparecchio ortodontico fai un controllo preventivo, così da minimizzare il rischio di distacco di brackets (attacchi) o bande durante le vacanze.
• Se hai protesi fisse o rimovibili ancorate ad impianti osteointegrati, portate con voi il “passaporto” implantare coi codici dei vostri impianti: in caso di necessità, sarà più facile per il dentista che si prenderà cura di te.
• Chiedi al dentista quali eventuali farmaci portare con te.
• Se si rompe un dente, non usare il ghiaccio ed evita il contatto con cibi e bevande troppo fredde. Se senti male prendi un antinfiammatorio, chiedendo consiglio al farmacista. Al più presto, un
dentista dovrà valutare se sia possibile riattaccare il pezzo saltato che, nel frattempo, va conservato nel latte o in una soluzione di acqua e sale.
• Per un sorriso a prova di selfie, chiedi al tuo odontoiatra uno sbiancamento, dopo aver controllato lo stato di salute dei denti e delle gengive.
SAPEVI CHE LE NOSTRE CELLULE SI MUOVONO DI CONTINUO E NEL FARLO SUONANO, VIBRANO?
L’angolo del Terapista
A cura del Dr. Giuseppe Manzo cell. 348 7048590
www.giuseppemanzo.com giuseppemanzo51@gmail.com
SAPEVI CHE LE NOSTRE CELLULE SI MUOVONO DI CONTINUO E NEL FARLO SUONANO, VIBRANO?
Come dice il Prof Ventura,Professore di biologia molecolare all’Università di Bologna, siamo composti da 37.200 miliardi di cellule che comunicano tra loro, meglio, vibrano.
Ognuna di esse, infatti, grazie agli atomi di cui è composta e che sono in continuo movimento, vibra e questa vibrazione ha una frequenza udibile che si può sentire in laboratorio amplificando il suono emesso dalle cellule stesse.
La cosa più interessante, continua il Prof. Ventura, è che, non tutte le vibrazioni si possono udire, fra quelle che riusciamo a distinguere la differenza più evidente è tra le cellule sane e quelle sofferenti.
Quando l’oscillazione di una cellula tocca le vicine queste iniziano a vibrare all’unisono.
La vibrazione è quindi una forma di comunicazione ben più rapida rispetto a quella dei segnali chimici abituali.
il “linguaggio” che le nostre cellule usano per comunicare tra loro sono le onde MMV-EHF ( MMV = onde elettromagnetiche di frequenza spettrale elevata ( EHF) comprese nello spettro tra 42,3 e 100 GHz )
Gli squilibri di queste onde creano problemi di salute sia a livello muscolo scheletrico che organico.
Il dispositivo AK® TOM che utilizziamo in Studio genera onde vibrazionali con la stessa forza di quelle generate dal corpo e l’erogazione avviene tramite diodi applicati direttamente sulle zone dolenti (spalle, schiena, articolazioni ecc. ) o su punti biologicamente attivi ( meridiani e punti riflessi ) in modo semplice e non invasivo.
Grazie ad un cristallo presente nei diodi, l’arseniuro di gallio, in grado di trasmettere e ricevere , questo dispositivo eroga frequenze corrette che come in un diapason stimolano le cellule in sofferenza a vibrare nuovamente all’unisono con le altre.
Si tratta di una nuova tecnologia in grado di essere efficace nei settori della normalizzazione del sistema immunitario, aumento della microcircolazione e nel bilanciare il metabolismo inoltre è molto efficace nella gestione del dolore, come il dolore alle articolazioni, dolori muscolari, emicrania, ec
L’ATTO DI VENDITA È NULLO SE MANCA DEGLI ESTREMI DEL TITOLO EDILIZIO DELL’IMMOBILE
Il notaio risponde
A cura di Aldo Francisci
L’ATTO DI VENDITA È NULLO SE MANCA DEGLI ESTREMI DEL TITOLO EDILIZIO DELL’IMMOBILE
Notaio, a seguito della Sentenza della Cassazione a Sezioni Unite in materia urbanistica, cosa è cambiato?
La Suprema Corte di Cassazione ha recentemente affrontato il tema urbanistico con la sentenza del 22 marzo 2019 n. 8230/2019. In buona sostanza, ha statuito che l’atto notarile di vendita è nullo se manca degli estremi del titolo edilizio dell’immobile, titolo che, tuttavia, deve esistere realmente e deve esser riferibile, proprio, a quell’immobile. In presenza nell’atto della dichiarazione da parte del venditore degli estremi del titolo urbanistico, reale e riferibile all’immobile, il contratto è valido a prescindere dal profilo della conformità o della difformità della costruzione realizzata al titolo menzionato. Conseguentemente, l’acquirente, utilizzando la normale diligenza, dovendo essere informato per tempo dei titoli edilizi dichiarati dal venditore, è posto in grado di svolgere le indagini ritenute più opportune per appurare la regolarità urbanistica dell’immobile. L’acquirente dovrebbe verificare, dunque, che l’immobile che sta acquistando è urbanisticamente e catastalmente regolare. Questa indagine compete a lui tramite un tecnico di fiducia, perché la medesima non è svolta né dall’agente immobiliare né dal notaio. Il Notaio, in particolare, garantisce la validità dell’atto indicando nel medesimo gli estremi dei titoli edilizi forniti dal venditore, ma questo non basta come ha chiarito la Corte di Cassazione: il compratore deve andare oltre perché se ci sono degli abusi il Comune può infliggere delle sanzioni anche molto pesanti che, a seconda dei casi, possono arrivare anche alla demolizione. Insomma bisogna mettere il naso nell’immobile che si acquista, un po’ come quando si acquista un’auto usata: anziché andare dal meccanico, bisogna affidarsi al Notaio per le indagini sulla proprietà e sulle ipoteche, e ad un tecnico di fiducia (Geometra, Architetto, Ingegnere…) che verifichi la bontà dei titoli urbanistici esibiti dal venditore redigendo una “relazione tecnica integrata urbanistico edilizia e di conformità catastale”. In particolare tale relazione dovrà attestare la conformità tra lo stato di fatto dell’immobile e i dati catastali, la planimetria depositata in catasto, i titoli edilizi con eventuali varianti ed il certificato di abitabilità/agibilità.
Questa relazione risponde all’esigenza di tutelare il cittadino che acquista e ha diritto ad acquistare bene, il cittadino che vende e si trova a dover rendere in atto, a pena di nullità, dichiarazioni di contenuto tecnico che non è in grado obiettivamente di rendere con competenza specifica, nonché gli agenti immobiliari, per legge responsabili se immettono sul mercato immobili non conformi.
In questo modo, infatti, tutti i soggetti coinvolti nella filiera dei trasferimenti immobiliari avranno la certezza della regolarità urbanistica e del rilascio del certificato di agibilità dell’immobile. Non solo: allo Stato sarà̀ assicurata una minore incidenza del contenzioso e delle procedure amministrative di sanatoria delle irregolarità.
Salvatore Di Lauro
Notaio in Abano Terme
CUCINA PADOVANA
• Baccalà al pomodoro
Mondare del buon baccalà “ragno” ben battuto e lasciato a mollo per 4 giorni, cambiando ogni giorno l’acqua.
Salare con pezzetti di acciuga.
Tagliare il baccalà a pezzi, infarinarli appena e rosolarli in un trito di cipolla abbondante e aglio, con olio di oliva.
Bagnare con vino bianco.
Coprire con abbondante passato di pomodoro fresco, o con salsa, diluito in brodo.
Rifinire a cottura ormai completa con un trito di prezzemolo e di giallo di limone.
Salare secondo il gusto, servire ben caldo con polenta.
LibriAbano 2019
“La rassegna “LibriAbano”, spiega l’assessore Pollazzi, risponde ai principi fondanti la pianificazione generale delle attività dell’assessorato alla cultura del Comune di Abano. Tali principi rientrano nella visione della cultura come investimento, motore di sviluppo di una comunità: non ci si riferisce tanto allo sviluppo di una ricchezza materiale (sebbene la cultura apra ampi spazi allo sviluppo del turismo) quanto ad uno sviluppo che la costituisca elemento di crescita del cittadino consapevole e curioso di sapere tale da produrre un miglioramento globale della qualità della vita”.
Non dobbiamo dimenticare che proprio per questo percorso intellettuale omogeneo e continuativo nel tempo, Abano Terme è stata insignita nel 2018 del titolo a valenza nazionale di “Città che legge”.
Siamo alla seconda edizione di “LibriAbano” e, nell’ottica del miglioramento continuo di una città in movimento propositivo, appaiono alcune interessanti novità: in primis la presenza di scrittori giovani o che piacciono ad un pubblico giovane, quindi il rapporto con il premio campiello con il vincitore dell’opera prima, ed, infine, con un saggio di Cacciari, autore molto amato da un vastissimo pubblico.
Ettore Zanca, collaboratore da diversi anni con diverse testate giornalistiche nazionali, appartenente alla rete dei giornalisti antimafia, noto per “vissero tutti felici e contenti”, apre il 6 luglio la rassegna con il suo nuovo libro “Santa Muerte”.
Segue il “mitico prof.” Enrico Galiano, noto per la webserie “Cose da prof” che ha avuto 20 milioni di visualizzazioni. Il suo libro di esordio “Eppure cadiamo felici” è stato la rivelazione del 2017 ed oggi si propone con un’altra pubblicazione “Più forte di ogni addio” che racconta il mondo segreto dei sentimenti e delle emozioni degli adolescenti.
Il 19 luglio, in un contesto e con orario diverso dai precedenti, Marco Lupo, vincitore del premio campiello opera prima, presenta il suo “Hamburg”: accolto molto positivamente dalla critica tanto da essere considerato “Una speranza della letteratura italiana, il racconto intreccia molte storie tra incubo e ricordo, tra finzione e realtà”. “L’atroce delitto di Via Lurcini. Commedia nera n. 3”, presentato il 27 luglio, risponde a quell’umorismo “intelligente” che è peculiarità di Francesco Recami.
L’autore, in questo testo vuole unire il mondo dell’arte e dello spettacolo creando uno scenario che vuole esprimere la farsa dell’esistenza.
Chiude la rassegna il saggio di Massimo Cacciari “La mente inquieta. Saggio sull’Umanesimo” testo decisamente innovativo e complesso, che porge al lettore una visione critica e completa dell’umanesimo.