COSA SI NASCONDE DIETRO AI DISTURBI GASTRICI?

Il Biologo NutrizionistaCAPRIOLO
a cura della Dottoressa Carolina Capriolo

carol.capri@gmail.com    cell. 339 8284852

La Dottoressa Carolina Capriolo è laureata in Biologia Evoluzionistica, e diplomata in Medicina Nutrizionale presso la Metabolomic Academy. Opera nel settore, collaborando anche col Dottor Dimitris Tsoukalas, medico chirurgo specializzato nella cura di malattie croniche e del metabolismo e Presidente dell’Istituto Europeo di Medicina Nutrizionale (E.I.Nu.M). Attualmente è impegnata nell’elaborazione di piani alimentari personalizzati e si adopera per la redazione di articoli di carattere scientifico-divulgativo nel suo settore. Inoltre dal giugno 2015 è entrata a far parte del Comitato Scientifico dell’E.I.Nu.M.

Tra i disturbi gastrici che tratteremo consideriamo la gastrite e il reflusso gastro-esofageo, i cui sintomi sono bruciore di stomaco, gonfiore, senso di nausea, eruttazione, fitte e crampi che dall’addome possono irradiarsi fino all’altezza del cuore, tanto che spesso si è indotti in errore, scambiando patologie gastriche per malattie cardiache.

Entrando un po’ più nello specifico, per gastrite si intende un’infiammazione (acuta o cronica) della mucosa dello stomaco, mentre il reflusso gastro-esofageo corrisponde alla risalita del contenuto acido nell’esofago, il canale che unisce la bocca allo stomaco.

Le cause di questi disturbi possono essere svariate. Tra queste:

1) Per quanto riguarda la gastrite, potrebbe essere correlata ad un’infezione batterica (soprattutto a causa del batterio Helicobacter pylori) diagnosticabile con test specifici.

2) Una causa comune ad entrambe le patologie è lo stress. Condizioni frequenti di ansietà determinano ripetuti spasmi, dolori e bruciori. E’ questo il fattore più correlato alla cronicità dei disturbi relativi allo stomaco.

3) Fortemente associato al reflusso gastrico c’è il consumo eccessivo di zuccheri e di cibi industrialmente elaborati. Questi infatti vanno a modificare il pH dello stomaco, generalmente acido, alzandolo. I valori più alti di pH all’interno dello stomaco non permettono al cardias (una sorta di valvola che si apre alla bocca dello stomaco e che lo mette in comunicazione con l’esofago) di funzionare a dovere. In condizioni ottimali esso si rilassa e quindi si apre solo per far entrare il cibo, invece a riposo e durante la digestione rimane contratto per non far risalire i succhi gastrici altamente acidi nell’esofago. Quando invece il pH si altera per azione di questi cibi, il cardias non risponde e causa il reflusso lungo l’esofago, irritandolo.

4) Forti carenze di vitamina E e di glutammina, un aminoacido essenziale per mantenere la giusta permeabilità della mucosa gastrica.

Erroneamente si pensa che queste patologie siano croniche e quindi irrisolvibili. Non sempre è così! Determinando in maniera corretta e specifica i fabbisogni del nostro metabolismo è possibile individuare il giusto percorso nutrizionale da intraprendere per gestire e risolvere al meglio tali disturbi.

COME POSSO PRENDERMI CURE DEI DENTI DI MIO FIGLIO?

MARCATO

La Rubrica del Dentista
A cura della Dottoressa Alice Marcato

alice.marcato@alice.it

COME POSSO PRENDERMI CURE DEI DENTI DI MIO FIGLIO?

Una buona igiene orale comincia prima che spunti il primo dentino.

I denti dei bambini iniziano a spuntare dalle gengive dai 6 mesi di età.

E’ importante iniziare una corretta igiene orale fin da prima. Da gengive sane nascono denti sani.

I bambini finiscono di mettere la dentizione decidua, o denti da latte, intorno ai due anni di età ed è composta da 20 denti. La dentizione decidua inizia a “cascare” verso i 6 anni di età quando la dentizione permanente inizia a emergere. E’ normale che ci siano degli spazi tra i denti da latte, perché fanno posto per l’inserimento della dentizione permanente. Normalmente la dentatura permanente si completa verso i 13 anni di età.

La carie da biberon è un problema serio: La carie da biberon deriva da uno scorretto uso del biberon, quando ai bambini viene lasciato succhiare il biberon contenente bevande zuccherine per tempi prolungati.

Da evitare:

• Non mettere a letto il bambino con il biberon • Utilizza il biberon solo per latte o acqua .

Alcuni consigli per mantenere i denti dei bambini forti e in salute

Da 0 a 6 mesi

• Utilizza una garza bagnata o uno spazzolino apposito per le gengive del bambino per rimuovere la pellicola appicicosa che si può formare sulle gengive dopo l’allattamento.

Da 6 mesi a 2 anni

• Inizia ad utilizzare un dentifricio per bambini contenente 500 ppm di fluoruro due volte al giorno • Usa solo una puntina di dentifricio e assicurati che il bambino si risciacqui la bocca e sputi il dentifrici.

Da 2 a 6 anni

• Scegli un dentifricio contenente 500-1500 ppm di fluoruro in base al rischio di carie e faglielo utilizzare due volte al giorno • Usa solo una puntina di dentifricio • Cerca di fargli smettere di succhiare il pollice entro i 4 anni di età  • Finchè il bambino non è in grado di lavarsi i denti da solo in maniera efficace è importante che un genitore lo aiuti a farlo almeno due volte al giorno.

Da 6 anni in su

• Utilizza due volte al giorno un dentifricio contenente 1500 ppm di fluoruro (come per adulti) • Fai particolare attenzione ai denti più all’interno della bocca perchè possono avere più placca accumulata.

Consigli per figli con l’apparecchio

• Incoraggiare i figli a lavarsi i denti a fondo e usare lo spazzolino interdentale – E’ importante ricordare loro che il risultato sarà migliore se si prendono cura dei denti anche quando portano l’apparecchio.

IL PASSAGGIO GENERAZIONALE DELL’IMPRESA

Il notaio rispondeDI LAURO
A cura di Aldo Francisci

“Quesiti di informazione legislativa con risposte ed analisi del notaio Salvatore Di Lauro di Abano Terme ”

Notaio, qui ad Abano Terme il tema del passaggio generazionale dell’impresa è centrale visto l’elevato numero delle imprese operanti sul territorio, prevalentemente in ambito turistico.

Certo, è tra l’altro un tema complesso, anche dal punto di vista fiscale, perchè il passaggio può essere operato in diversi modi, sia per atto tra vivi che in via successoria, e può essere macroscopicamente realizzato sia trasferendo ai figli l’azienda (intesa come complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’attività di impresa), sia le partecipazioni societarie (quote ed azioni). Tra l’altro bisogna stare molto attenti ad individuare una soluzione giuridica che non sia considerata elusiva da parte dell’Amministrazione finanziaria.

Venendo alle modalità attuative con cui l’imprenditore individuale attua in vita il trasferimento dell’azienda, o delle proprie partecipazioni societarie, ai propri figli, la donazione rappresenta certamente lo strumento tipico. Non va, però, trascurato un altro strumento, introdotto nel 2006,

denominato “patto di famiglia”. Il Patto di famiglia è nato per realizzare due esigenze: iltrasferimento dell’azienda (o delle partecipazioni sociali), da un lato, ed il passaggio di “governance”, dall’altro, al discendente ritenuto più adatto al compito.

Con questo strumento l’azienda è posta al riparo da future contestazioni ad opera dei “legittimari” (tipicamente coniuge, figli e genitori che vantano diritti in sede successoria) che vengono appositamente liquidati in sede di atto.

Non vanno naturalmente trascurati altri strumenti come, ad esempio, il conferimento dell’azienda in una società preesistente, o di nuova costituzione, in cui siano soci anche i figli. In questo modo si può pianificare il passaggio generazionale dell’impresa mantenendo, per un certo tempo, in capo all’imprenditore, il controllo della società fino al momento in cui riterrà opportuno fare un passo indietro. Infine, non può non citarsi il trust che, in alcuni casi, per la sua flessibilità, potrebbe essere un valido strumento giuridico da configurare in base alle specifiche esigenze. Con il trust, infatti, si può garantire la continuità dell’impresa, grazie all’opera del trustee, in attesa di individuare il beneficiario finale più adatto al compito.

DOLORE ALLA SPALLA RISOLTO CON LA TERAPIA SCENAR

MANZOL’angolo del Terapista

a cura del Dr. Giuseppe Manzo   cell. 348 7048590
www.giuseppemanzo.com   giuseppemanzo51@gmail.com

DOLORE ALLA SPALLA RISOLTO CON LA TERAPIA SCENAR

Il disturbo si è manifestato lentamente e gradualmente. All’inizio non ci facevo neppure tanto caso perché il dolore alla spalla si presentava solo se e quando facevo certi movimenti con il braccio; in particolare quando portavo la mano dietro la schiena per prendere o mettere il portafoglio nella tasca posteriore dei calzoni. Piano piano però la capacità di movimento del braccio senza sentire dolore diminuiva, come diminuiva contestualmente la forza del braccio nel sollevare pesi anche modesti, senza sentire dolore. Per evitare i movimenti del braccio e le sollecitazioni alla spalla che provocavano fitte dolorose avevo spostato fazzoletto e portafoglio dalla tasca destra alla tasca sinistra dei calzoni. Col braccio destro non riuscivo neppure a tirare e posizionare la cintura di sicurezza della macchina, che mettevo a posto usando il braccio sinistro. Dopo i primi sintomi dolorosi significativi ho ovviamente fatto le visite ed i controlli diagnostici di rito. Ho iniziato con la classica visita dal medico di famiglia e con la successiva radiografia, che, come spesso accade in questi casi, non hanno rivelato anomalie evidenti. La terapia con farmaci antidolorifici, anche specifici per i disturbi alla spalla, non ha dato risultati apprezzabili; e la cosa è molto logica in quanto è arcinoto che i farmaci antidolorifici agiscono sul sintomo e non sulla causa.

Un Fisiatra mi ha prescritto cicli di tecar terapia ed ultrasuono terapia oltre che laser terapia, purtroppo poco o nulla è cambiato.

Un  Ortopedico mi ha consigliato a questo punto la SCENAR TERAPIA  e con quest’ultima, con un ciclo di sedute sto finalmente  risolvendo il mio problema perché già dopo la 3 seduta il dolore si è attenuato del 70% ed attualmente, ancora in cura, sono alla sesta seduta, sto recuperando la completa libertà del’articolazione e,soprattutto, di notte non ho piu dolore!

 

INTOLLERANZE ALIMENTARI

CAPRIOLOIl Biologo Nutrizionista
a cura della Dottoressa Carolina Capriolo

carol.capri@gmail.com    cell. 339 8284852

“Il nostro secondo cervello, l’intestino” 

 Ti sei mai domandato perché tante persone soffrano di intolleranze alimentari, ora più che mai? Ebbene i motivi sono i più svariati, non solo dovuti a predisposizione genetica:

1. L’uomo oggigiorno si nutre di cibi sempre più poveri di nutrienti, questo comporta l’accumulo di mancanze nutrizionali che nel tempo compromettono il funzionamento ottimale del nostro corpo.

2. Un ulteriore motivo è dato dall’eccessivo consumo di farmaci e da uno stile di vita frenetico, il che mette a dura prova la funzionalità intestinale. L’intestino è costituito da una flora batterica fondamentale per la digestione, la quale, se alterata da elementi estranei o da ritmi di vita esageratamente stressanti, porta l’organismo stesso ad assorbire sostanze indesiderate invece di quelle essenziali. Ne deriva un possibile sviluppo di intolleranze alimentari.

Questi disturbi si possono manifestare mediante sintomi diversi, rendendo ancora più complessa l’eventuale diagnosi. I più comuni sono quelli gastro-enterici (vomito, nausea, diarrea), ma possono anche interessare la cute (psoriasi, dermatiti), il sistema nervoso (cefalee) ed il sistema muscolo-scheletrico (crampi e dolori articolari).

Una volta individuato l’alimento che provoca tale reazione, è consigliabile evitarlo inizialmente. Inoltre è auspicabile risanare la flora batterica mediante un buon probiotico, in modo da riequilibrare nella giusta proporzione la flora buona e quella potenzialmente cattiva.

Un ulteriore consiglio utile è assumere una buona quantità di omega 3-6-9. Nel cibo gli omega 3 puoi trovarli nel pesce, gli omega 6 per lo più nella frutta secca e nei semi e olio, di lino; infine gli omega 9, nell’olio extravergine d’oliva. Questo tipo di grassi, nelle giuste proporzioni, svolge un ruolo fondamentale nelle reazioni infiammatorie in generale, ed in quelle da intolleranze alimentari, in particolare. In quest’ultimo caso, gli antiossidanti possono risanare i danni che inevitabilmente si creano e abbreviare i tempi di guarigione.

Come si è visto, perciò, nel caso di intolleranze alimentari è proprio un giusto approccio a rivelarsi nel tempo determinante per ridurre l’effetto negativo di uno specifico alimento, cioè per ridurne i sintomi o addirittura eliminarli. E’ fondamentale però, come detto, che l’intestino sia in condizioni ottimali.

I TRAUMI DENTALI

MARCATOLa Rubrica del Dentista

A cura della Dottoressa Alice Marcato
alice.marcato@alice.it

I traumi dentali rappresentano un evento frequente che riguarda bambini ma anche adulti.

Se ne sente parlare in maniera più frequente nei bambini dalla tenera età fino all’ età adolescenziale o oltre e la causa predominante sono incidenti in fase di gioco. E’ importante nel campo dei traumi sia alla dentizione permanente ed ancora di più a quella decidua (denti da latte)  un ottimo approccio psicologico al piccolo paziente traumatizzato ed anche ai genitori che spesso sono in stato ansioso. Bisogna fare comprendere in tempi rapidi ma infondendo fiducia e rassicurazione sia il concetto di urgenza che quello di una corretta prognosi, onde avere poi la massima collaborazione.

I traumi dentali sia in dentizione decidua che permanente si dividono in :Traumi ai tessuti duri ed ai tessuti di sostegno.

I traumi dei tessuti duri coinvolgono lo smalto, la dentina, fino alla polpa o anche la radice. Cosi come sono stati elencati sono in ordine crescente di gravità; infatti la lesione a livello di smalto e dentina richiede una visita comunque urgente dal proprio dentista e la ricostruzione tramite un otturazione in materiale resinoso composito del pezzo mancante. Il coinvolgimento della polpa dentaria richiede anche la devitalizzazione; il coinvolgimento della radice crea una grave compromissione del dente fino all’estrazione perchè non recuperabile.

I traumi dei tessuti di sostegno coinvolgono la dislocazione dei denti dal suo asse, fino alla totale espulsione; in questo caso in riferimento alla solo dentatura definitiva se il tempo intercorso dal trauma è breve (1 – 2 ore), se il dente è ben conservato in soluzione isotonica ( soluzione fisiologica) latte o saliva  è possibile procedere al reimpianto quasi sempre vitale del dente avulso e  tenuto in sede con una adatta fissazione (splintaggio con i denti adiacenti).

La raccomandazione è in ogni caso di fare riferimento in qualsiasi occasione al proprio dentista di fiducia  che valuterà la gravità della situazione o meno e agirà di conseguenza nel migliore dei modi.