PROVERBI VENETI
A cura di Aldo Francisci
E fémene xe come i schei: pi te ghe n’e’ e pi’ te ghe ne vorissi.
E fémene xe come e nuvoe: co e va via xe na bea jornada.
E fémene xe come i platani: pur de fare e raize e te desfa anca eà strada.
E fémene xe come e tavanee: co e se taca teo ciucia tuto finche’ no te ghe
n’e’ altro (el sangue).
E fémene xe come eà carta: costa’ pì riciclarla che torghene de nova.
E fémene xe come e sbrixe: e pi bee e sta sempre co e soche pi’ grandi !
E fémene xe come e sardee: buta’ via eà testa el resto xe tuto bon.
E femene crea eà vita, noialtri ghe eà toemo.
E fémene ga’ bisogno de do animai: un toro in leto e un musso che lavora.
CUCINA PADOVANA. Zabajon
ingredienti (per ogni tuorlo d’uovo):
• 2 cucchiai di zucchero • 5 gr di zucchero a piacere • 1/2 guscio d’uovo di vin di Cipro o Malvasia, o altro analogo • 1 pizzico di cannella • Panna montata a piacere
Si batte il tuorlo d’uovo con lo zucchero fino a farlo diventare spumoso, e si aggiunge allora il vino e la cannella • Si cuoce a bagnmaria, mescolando sempre con attenzione finché il composto comuncia ad addensarsi • Si toglie allora il pentolino dal fuoco • Si serve in tazza, caldo • Sullo zabaione si può aggiungere un ciuffo di panna montata • Qualcuno aggiunge anche 5 gr di burro per ogni uovo prima di iniziare la cottura.
UN LIBRO DIVERTENTE PER CONOSCERE ABANO
UN LIBRO DIVERTENTE PER CONOSCERE ABANO
Immaginatevi un famosissimo campione sportivo che, venuto per riposarsi ad Abano, esce senza security dall’hotel di lusso dove soggiorna e subito si trova circondato dai fan che reclamano autografi e selfie. E lui che non solo non snobba i suoi tifosi, ma si ferma e si sottopone senza mostrare insofferenza e fastidio per questi “assalti” che almeno un po’ gli rovinano il relax. Fausto Coppi fu davvero un mito irresistibile per milioni di tifosi e quando veniva a riposarsi nella nostra Abano torme di ragazzini lo circondavano: lui accettava di parlare con loro, condividendo persino le sue caramelle preferite “ai gusti di miele o di menta o di tamarindo”. Uno di quei ragazzi che allora tampinavano il Campionissimo – come era soprannominato Coppi – era Livio Pezzato, l’autore di questo gran bel libro. In esso egli non solo non ha dimenticato l’incontro con quel mitico personaggio, persino nel particolare delle sue caramelle, tanto da dedicargli il titolo (che testimonia anche l’importanza di una Abano frequentata da big che oggi magari vanno altrove), ma ha saputo soprattutto scrivere la storia della sua città, nel mentre racconta i mille interessanti aneddoti della propria vita.
Pezzato credo siano pochi ad Abano a non conoscerlo. Da poco in quiescenza, egli è stato per moltissimi anni uno dei più bravi e soprattutto amati “medici di famiglia”. Erano medici quelli, come lo è stato Pezzato, che della tua salute sapevano tutto, che erano sempre disponibili senza orari, che venivano a visitarti a domicilio e che ti curavano prima di tutto con le parole, la comprensione e la condivisione. E va da sé che questi medici del posto sapevano tutto, segreti e pettegolezzi, splendori e miserie, allegria, burle e comicità insieme ai momenti seri o tristi – insomma tutto quello che fa parte della vita.
In questo libro divertentissimo Livio Pezzato offre al lettore la possibilità di conoscere infinite vicende della recente storia di Abano, organizzando la narrazione come una serie di racconti, spesso spassosi e qualche volta seriamente riflessivi sulla realtà della vita, i quali si possono leggere cominciando da qualunque punto del volume a caso o scegliendo nell’indice. Vi si possono trovare tantissimi singolari personaggi, molti dei quali ancora viventi, e preziose notizie storiche e ambientali
Livio Pezzato è stato anche un politico (consigliere comunale e assessore alla cultura), ma è in primo luogo un poeta in lingua veneta colto e sensibile. Appassionato di caccia e di pesca molto sui generis, ma soprattutto amante della natura e del paesaggio euganeo, al quale si riferiscono molte preziose informazioni e descrizioni deliziose.
Non mancano qua e là ne “La caramelle di Fausto Coppi” anche riflessioni profonde sull’esistenza e sul senso della vita, quelle che continuamente ci facciamo tutti: la disarmata semplicità e la sincerità profonda con cui si esprime a questo riguardo Pezzato colpiscono inaspettatamente il lettore. Ma è del tutto impossibile dare qui conto della ricchezza del libro, per cui non mi resta che consigliarne vivamente la lettura. E credo che dovrebbe leggerlo ogni aponense cui stia a cuore conoscere la storia della propria città.
Bruno Francisci
Proverbi Veneti
PROVERBI VENETI
A cura di Aldo Francisci
Tèndare e tose e bàtare e nose xe tenpo perso.
Ae done, ai sassi e ai bissi, colpi ciari e fissi.
Fèmene, cani e bacaeà pi che te bati, pi i vien boni.
Do fémene e un’oca fa un mercà.
Do fémene fa un marca’, tre fa na piassa.
Ghe voe sete fémene pa’ fare un testimone.
Sento omani sta in amicissia, do fémene fa barufa.
Co parla na bea fémena tuti ghe da rason.
Eà fémena: che eà piasa, che eà tasa e che eà staga casa.
E fémene xe come e meansane, ghe voe el baston pa farle vegnere su drite!
E fémane xe come e scorese: o te e moi o te e sofeghi.
• Verze sofegae
• Verze sofegae
ingredienti:
• Verze • Cipolla • Pancetta • Brodo • Sale • Pepe
Si tagliano a listarelle sottili delle verze e si soffriggono con un battuto di cipolla e pancetta, aggiungendo qualche mestolo di brodo • Prima si mette il coperchio e poi si toglie affinchè le verze appassiscano • Tirare a cottura a fuoco lento, badando che non attacchino al fondo • Salare e pepare a piacere
«PROVERBI VENETI»
A cura di Aldo Francisci
I primi a entrar n´tel saco, i ze i ùltimi a vegnir fora.
Chi fa la festa no la gode.
Venésian gran siori, Padovan gran dotori, Visentin magna gati,
Veronesi tutti mati, Udinesi castelani col cognome de Furlani,
Trevisan pan e tripe, Rovigoti baco e pipe,
Bergamaschi brusa-cristi.
Chi va drio ai altri, no passa mais avanti.
El gobo, el zoto e l´orbo, i ga el diavolo in corpo.
Tuti quanti semo mati, per quel buso che semo nati.
Quando la luna gà el culo in mogia, piove vogia o no vogia.
La eclissi, sia del sol che dela luna, fredo le porta e mai bona fortuna.
Cucina Padovana. RISOTO DE SUCA
ingredienti: • 300 g di zucca marina o chioggiotta • brodo o acqua • 300 g di riso • 60 g di parmigiano • 5 cucchiai di olio • prezzemolo • rosmarino • aglio e cipolla • sale • una noce di burro.
Sbucciare e tagliare a pezzi sottili la zucca • Far soffriggere in olio e burro (o lardo) il trito di aglio, rosmarino, cipolla e prezzemolo con pezzi di zucca • Bagnare con un litro di acqua o brodo, condire con sale e pepe • Quando la zucca sia tenera, aggiungere il riso e portare a cottura, aggiungendo, mano a mano, altro brodo, se occorresse • il riso deve essere morbido all’”onda” • Alla fine legare con una noce di burro e aggiungere il parmigiano grattugiato.
TUTTE LE RISPOSTE IN MATERIA DI IMPIANTI DENTALI
A cura della Dottoressa Alice Marcato
alice.marcato@alice.it
TUTTE LE RISPOSTE IN MATERIA
DI IMPIANTI DENTALI
Oggi rispondiamo ad una seria di semplici e rapide domande che moltissimi di noi si pongono di fronte alla necessità di usufruire degli impianti dentali qualora ci trovassimo nella situazione di perdita di uno o più elementi dentali.
E’ sempre possibile ricorrere all’implantologia?
Condizione basilare è la presenza sufficiente di una quantità di osso per l’inserimento dell’impianto: tale valutazione viene eseguita dal medico attraverso l’esame clinico ed accompagnato da immagini radiografiche (OPT e/o TAC).
Tutti i pazienti possono essere candidati all’implantologia?
E’ necessario aver concluso la fase di crescita quindi pazienti di età superiore ai 18 anni, in assenza di patologie sistemiche molto gravi e poco controllate farmacologicamente. Recenti studi hanno poi evidenziato effetti negativi che il fumo può avere a livello parodontale e implantare (superiore a 10 sigarette al giorno)
Nel caso non ci sia osso sufficiente, è completamente impossibile eseguire terapia implantare?
Di solito è comunque possibile: è possibile ricostruire l’osso mediante tecniche rigenerative che prevedono l’utilizzo di membrane, innesti e materiale biocompatibile.
Esiste la possibilità di rigetto?
No, perché il titanio (materiale di cui l’impianto è costituito) è un materiale assolutamente biocompatibile.
Quanto dura un impianto dentale?
Quando un impianto si è integrato con l’osso non c’è limite alla sua durata, purché il paziente mantenga una scrupolosa igiene domiciliare e si sottoponga a controlli periodici e la riabilitazione rotesica sia eseguita nel rispetto di corretti parametri tecnici.