I CITTADINI RUSSI POSSONO ANCORA INVESTIRE NEL TERRITORIO TERMALE?

L’ANTIRICICLAGGIODI LAURO

Con l’emanazione, all’indomani dell’inizio della guerra in Ucraina, di sanzioni nei confronti della Russia e dei suoi cittadini, si è posta la questione se ed entro quali limiti i notai possano ricevere atti nei quali intervengano dei cittadini russi.

Le misure restrittive imposte dall’Unione Europea riguardano, in alcuni casi, i soggetti iscritti in apposite liste: è questa l’ipotesi del congelamento di fondi, che vieta di fatto ai soggetti che ne sono colpiti il compimento di qualunque attività negoziale, nonché la negoziazione di valori mobiliari, che si traduce in un divieto di acquisto e vendita di titoli azionari e di obbligazioni emessi dopo il 12 aprile 2022 da soggetti iscritti in apposite liste.

Ove il soggetto di nazionalità russa non figuri nella lista consolidata di coloro che risultano colpiti da sanzioni, si dovrà – in seconda battuta – valutare se l’atto da compiere possa implicare o meno una violazione dei divieti che colpiscono tutti coloro che sono in possesso della cittadinanza russa.

Esistono, infatti, misure che riguardano tutti i soggetti di nazionalità russa, tra le quali potrebbero rilevare, ai fini dello svolgimento dell’attività notarile, quelle che impongono limiti all’esecuzione di depositi presso enti creditizi (max 100.000€ per ciascun conto bancario). V’è, tuttavia, da rilevare come nessuna misura ponga un generale divieto di acquisto o vendita di immobili da parte di cittadini russi, né un generale divieto di costituire società o acquistare partecipazioni sociali.

In caso di acquisto di immobile da parte di cittadino russo, potrebbe venire in rilievo il divieto di effettuare depositi per importi superiori a 100.000 euro, trattandosi di sanzione che impedisce al cittadino russo di ricevere in deposito, presso una banca dell’Unione Europea, somme superiori a tale importo. In realtà, non vi è divieto di effettuare depositi, dal proprio conto corrente, per pagare il prezzo della compravendita in favore del venditore, anche laddove quest’ultimo riceva il deposito presso un ente creditizio dell’Unione Europea e anche laddove il deposito venga effettuato per importi superiori a 100.000 euro.

In caso di cessione di partecipazioni sociali, nessuna delle sanzioni adottate dall’Unione Europea impone, altresì, un limite al valore del prezzo della cessione o dei conferimenti in denaro: si è, infatti, già rilevato come il divieto di effettuare depositi per importi superiori a 100.000 euro riguardi esclusivamente i depositi presso enti creditizi europei e non, invece, la determinazione del valore di una prestazione negoziale.

Premesso che l’attuale situazione del conflitto tra Federazione Russa e Ucraina è in continuo divenire e che l’Unione Europea prosegue, nel corso del tempo, con l’emanazione di pacchetti di sanzioni nei confronti della Russia, si registra l’assenza, per il momento, di un generale divieto di compimento di atti nei settori della contrattazione immobiliare e societaria da parte di soggetti di nazionalità russa, eccezion fatta per coloro che sono colpiti dalla sanzione del congelamento dei fondi. Tuttavia, come in precedenza rilevato, alcune sanzioni impongono il rispetto di talune limitazioni che incidono sull’ordinario svolgimento dell’attività notarile per cui è bene essere molto cauti e lasciare il tempo al Notaio incaricato di fare le opportune verifiche del caso nell’interesse di tutte le parti.

Salvatore Di Lauro
Notaio in Abano Terme

PROVERBI VENETI

PROVERBI VENETI

A cura di Aldo Francisci

 

proverbiVin vècio e dona zòvene.

Se ve piase la fia, coltivè la mare.

Vardite da le done co la barba.

Se ciapa pì mosche co una gozza di miele che con una bota de asedo.

Tagia la coa del can, el resta can.

El galo prima de cantar, el sbate le ale ter volte.

Un galo senza cresta el ze um capon,

un omo senza barba el ze un coion.

Trer aseni e un vilan fa quatro bèstie.

Co poco se vive e co gnente se more.

Chi va drio ai altri, no passa mais avanti.

Co la boca no sbate, le tete no fà late.

Dona scompagnada, la ze sempre mal vardada.

Verze riscaldà e mugér ritornà, no le ze mai bone.

 

La rubrica dell’avvocato

La rubrica dell’avvocatoa cura dell’ Avv. Claudio Calvello
(Patrocinante in Cassazione – DPO e membro di Federprivacy)

Le c.d. “FERIE FORZATE”: il datore di lavoro le può imporre?CALVELLO DI LAURO

Le ferie sono un diritto fondamentale, sancito dalla nostra Costituzione all’art. 36; sono irrinunciabili e non monetizzabili, se non alla conclusione del rapporto del lavoro, e la funzione delle ferie è quella di assicurare il recupero delle energie psicofisiche del lavoratore. In base a questo, ogni lavoratore ha diritto a un periodo minimo di quattro settimane di ferie ogni anno di lavoro, da godere continuativamente per almeno due settimane, come previsto dall’art. 10 del d.lgs. 66/2003. Le ferie devono essere concordate tra il datore di lavoro e il lavoratore, anche se, secondo le previsioni dell’art. 2109 Codice Civile, l’ultima parola spetta comunque al datore di lavoro che, in ogni caso, non può vietare la fruizione delle ferie, ma può solo richiedere una modifica del periodo di fruizione delle stesse. Il datore di lavoro è obbligato a comunicare preventivamente al lavoratore, anche in caso di mancato accordo, le ferie assegnate; tale obbligo è funzionale a garantire al lavoratore la giusta organizzazione della sua vita privata, potendo scegliere se fruire delle ferie nel periodo assegnato o chiederne lo spostamento, sempre, tuttavia, da concordare con il datore di lavoro. In questo contesto è pertanto illegittima la pratica, delle cosiddette “ferie forzate”, ovverosia l’imposizione unilaterale del periodo di fruizione delle ferie da parte del datore di lavoro verso il suo dipendente. In questo senso si è pronunciata la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24977/2022, che ha confermato la correttezza dei Giudici di merito i quali, accertato che le modalità di concessione delle ferie in concreto adottate avevano precluso una effettiva programmazione delle ferie e determinato “l’impossibilità di un effettivo ristoro delle energie psicofisiche”, hanno ritenuto di condannare il datore di lavoro a riattribuire interamente il monte ore ferie decurtato a ciascun lavoratore.

ASSEGNO DI MANTENIMENTO per il figlio maggiorenne: come funziona?

Il tempo passa ed i figli diventano maggiorenni e magari lasciano pure la casa familiare per andare a studiare in un’altra città. Il genitore onerato di versare l’assegno di mantenimento come deve comportarsi? Deve continuare a pagare? Può pagare meno? Se richiesto deve contribuire maggiormente? E l’eventuale aumento del mantenimento può chiederlo il genitore collocatario o deve richiederlo il figlio oramai divenuto maggiorenne? Ebbene, la Cassazione ha fornito il seguente chiarimento: “in materia di separazione dei coniugi, la legittimazione “iure proprio” del genitore a richiedere l’aumento dell’assegno di mantenimento del figlio maggiorenne non ancora autosufficiente economicamente, che non abbia formulato autonoma richiesta giudiziale, sussiste quand’anche costui si allontani per motivi di studio dalla casa genitoriale, qualora detto luogo rimanga in concreto un punto di riferimento stabile al quale fare sistematico ritorno e sempre che il genitore anzidetto sia quello che, pur in assenza di coabitazione abituale o prevalente, provveda materialmente alle esigenze del figlio, anticipando ogni esborso necessario per il suo sostentamento presso la sede di studio”. Resta fermo il punto secondo cui ciascuno dei genitori provvede al mantenimento dei figli in misura proporzionale al proprio reddito. È il cosiddetto principio di proporzionalità da determinare considerando 1) le attuali esigenze del figlio, 2) il tenore di vita goduto dal figlio in costanza di convivenza, 3) i tempi di permanenza presso ciascun genitore, 4) le risorse economiche di entrambi i genitori, 5) la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun genitore. Il giudice, valutate tutte queste circostanze, potrà disporre in favore dei figli maggiorenni non indipendenti economicamente, il pagamento di un assegno periodico. I genitori avranno comunque il diritto di chiedere in ogni tempo la revisione delle disposizioni concernenti l’affidamento dei figli, nonché delle disposizioni relative alla misura ed alla modalità del contributo.

 

• Costisiole in tecia

Costisiole in tecia  Schermata 2022-11-07 alle 18.05.36

Ingredienti • 1 kg di costine di maiale • 2 kg di verze • 300 g di cipolla • 1 dl di olio • vino bianco o aceto • brodo • sale • pepe – Si tagliano a pezzetti delle costicine di maiale e si fanno rosolare in un soffritto di abbondante cipolla e olio • Quando la cipolla è appena bionda si spegne con vino bianco o aceto e si aggiunge il sale e il pepe, della verza tagliata a listarelle sottili • Si cuoce a fuoco moderato e incoperchiato, e ogni tanto si aggiunge un po’ di brodo, se per caso la pietanza si asciuga.

 

 

UNA MALOCCLUSIONE DENTALE: IL MORSO APERTO

La Rubrica del Dentista

cura di Alice e Francesca Marcato
alice.marcato@alice.it

MARCATO

 

UNA MALOCCLUSIONE DENTALE:  IL MORSO APERTO

 Che cos’è il morso aperto?

Il morso aperto (in inglese openbite) è una forma di malocclusione dentale caratterizzata dalla presenza di uno spazio tra i denti superiori e quelli inferiori per cui questi non si toccano quando si è a bocca chiusa.  Nei casi più gravi provoca problemi funzionali, come ad esempio difficoltà di masticazione o nell’atto del parlare, oppure difetti nella postura della lingua.

Quali sono le cause?

Le cause possono essere di origine genetica, oppure dipendere dalle cattive abitudini assunte in età infantile.

I fattori di natura ereditaria-genetica sono spesso all’origine di malformazioni o irregolarità nello sviluppo osseo della mascella e della mandibola.

Invece, i principali esempi di cattive abitudini possono essere:

-Uso prolungato del ciuccio oltre i 3 anni

-Uso del biberon anche dopo i 5 anni

-Suzione prolungata di dito o pollice

-Deglutizione atipica in età infantile

-Respirazione orale causata da ostruzione nasale o ipertrofia di tonsille o adenoidi.

Conseguenze del morso aperto

Sicuramente, tra le conseguenze del morso aperto, quelle che più comunemente preoccupano e risaltano sono le imperfezioni estetiche DEL SORRISO. Tuttavia, oltre ai problemi di natura estetica, il morso aperto causa spesso conseguenze di tipo funzionale. Ad esempio problemi di masticazione o respirazione, oppure disfunzioni nell’atto del parlare (queste ultime, nei casi più gravi possono richiedere l’intervento del logopedista).

Ma a che età è necessario agire per risolvere i problemi derivati da questo tipo di malocclusione dentale?

La fascia d’età consigliata va dagli 8 ai 15 anni. Come abbiamo anticipato, infatti, durante questo periodo il bambino è in fase di sviluppo. Pertanto, risulterà più facile ricorrere a tecniche di ortodonzia in grado di orientare efficacemente la crescita ossea e l’eruzione dei denti permanenti.

In età adulta invece, sebbene non sia più possibile intervenire sullo sviluppo osseo (ma solo a livello dentale), anche per gli adulti esistono efficaci terapie per la cura del morso aperto.

Gli apparecchi invisibili costituiscono una soluzione poco invasiva dal punto di vista estetico e dall’impatto minimo sulle proprie abitudini quotidiane.

Inoltre, nei casi più gravi, è possibile anche ricorrere a interventi di chirurgia maxillo-facciale.

 

 

I bonus per la cittadinanza Isee e requisiti necessari per richiederli

Le ACLI informano
a cura di Caf e Patronato ACLI di Padova

ACLI

www.aclipadova.it – 049601290

I bonus per la cittadinanza. Isee e requisiti necessari per richiederli

Dal bonus affitto giovani a quello per la caldaia, dal bonus auto a quello per il nido, ci sono numerose opportunità che il cittadino può sfruttare tra quelle messe a disposizione dal Governo. La confusione intorno a questi bonus però potrebbe disorientare, non permettendo alle persone più fragili di riuscire a godere di tutti gli aiuti a disposizione. Per venire incontro alla cittadinanza le Acli hanno stilato un elenco dei principali bonus richiedibili da qui a fine anno.

Bonus affitto giovani: per i cittadini tra 20 e 31 anni che vanno a vivere da soli, in un appartamento in affitto come abitazione principale. L’agevolazione è del 20% delle spese annue sostenute, fino a 2.000 euro. Il contributo non riguarda tutti i Comuni della Provincia e le scadenze variano da Comune a Comune. Ci sono diversi requisiti, tra cui un ISEE non superiore a 20.000 €, e cause di esclusione che possono variare da bando a bando.

Bonus ascensori: offre l’opportunità di beneficiare di un risparmio fino al 75% per installazione di ascensori e montacarichi mirati all’eliminazione delle barriere architettoniche per disabili o per chi ha problemi motori. Il bonus si potrà richiedere fino a dicembre di quest’anno.

Bonus auto: Il nuovo decreto prevede l’innalzamento del 50% dei contributi per l’acquisto dei veicoli elettrici ed ibridi plug-in, definiti dal DPCM 6 aprile 2022, in favore delle persone fisiche con ISEE inferiore a euro 30.000. Tale contributo aggiuntivo si applica agli acquisti effettuati tra la data di entrata in vigore del DPCM 4 agosto 2022 e il 31 dicembre 2022 ed è riconosciuto ad un solo soggetto per nucleo familiare.

Bonus caldaia: per la sostituzione di un impianto per il riscaldamento della casa. Agevolazione pari al 110% se si sostituisce la caldaia e si fa un intervento di riqualificazione energetica, al 65% se si cambia l’impianto con uno di classe A o di maggiore efficienza e al 50% per una caldaia di classe A senza valvole.

Bonus figli e famiglia: chi ha figli fino a 21 anni può richiedere l’assegno unico e l’importo dipende dall’Isee familiare, dal numero dei figli e dalla condizione lavorativa dei genitori.

Bonus nido: contributo per i genitori di figli nati, adottati o affidati fino a tre anni d’età (compiuti tra gennaio e agosto 2022) per le spese di frequenza dell’asilo nido oppure per spese di baby-sitter presso la propria abitazione, in caso di bambini che non possono frequentare l’asilo perché affetti da gravi patologie e che compiono tre anni entro il 31 dicembre 2022.

Bonus patente: contributo dell’80% (fino a 2500 euro), riconosciuto fino al 2026 e destinato ai giovani fino a 35 anni, ai percettori di RdC o di reddito di disoccupazione che vogliono conseguire la patente e l’abilitazione alla guida professionale (CQC) che vogliono diventare autotrasportatori o conducenti di autobus di professione.

Bonus sociale: sconto applicato sulle bollette di acqua, luce e gas per nuclei familiari con Isee basso. Si riceve in automatico.

Bonus trasporto pubblico: fino a 60 euro per studenti e lavoratori con reddito inferiore ai 35mila euro nel 2021 che utilizzano i mezzi pubblici.

Voucher per la frequenza dei servizi alla prima infanzia: prevede un contributo minimo di euro 200 e uno massimo di euro 600 per minore per la frequenza dei servizi 0-3 anni, in funzione dell’applicazione del “Fattore famiglia”, uno strumento integrativo per definire le condizioni economiche e sociali delle famiglie che accedono alle prestazioni sociali.

Per informazioni e appuntamenti con gli operatori del CAF e del Patronato ACLI di Montegrotto è possibile chiamare lo 049 601290.

 

LE SCELTE NON POSSONO PIÙ ESSERE ELUSE

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

LE SCELTE NON POSSONO PIÙ ESSERE ELUSEpillon

Stiamo vivendo momenti difficili caratterizzati da una profonda crisi energetica, aggravata da una guerra che sta avvelenando i rapporti politici e la pace a livello mondiale.

Gli effetti li stiamo vivendo ogni giorno con bollette che crescono a dismisura e prezzi dei carburanti fuori controllo.

I pericoli sono quelli di una situazione sociale insostenibile in cui le tensioni potrebbero raggiungere livelli insopportabili.

Se questo è il quadro generale in cui ci muoviamo, capiamo che non ci possiamo più accontentare di affrontare con gli strumenti del passato una realtà in continuo cambiamento e con velocità a cui non eravamo abituati fino a pochissimi anni fa.

Occorrono scelte coraggiose, avanzate e condivise.

Nell’ultimo editoriale, su questo giornale, avevamo espresso qualche speranza sulla soluzione trovata per il Kursall, una parte centrale  fondamentale per la qualità della nostra Città. Purtroppo le speranze sono state prontamente deluse e agli assegnatari, momentaneamente individuati, è stata revocata l’assegnazione e, così, si ricomincia di nuovo. Basta dare uno sguardo alla copertina di questo Informabano per comprendere cosa era nel passato e cosa è oggi il Kursall e trarre le debite conclusioni.

Non ci stancheremo mai di evidenziare che le attuali incapacità di fare squadra dei vari soggetti del territorio, di condividere obbiettivi e progetti comuni, è un limite invalicabile per quei cambiamenti strutturali di cui c’è bisogno per un rilancio delle Terme.

Per fortuna non tutto è negativo.

E’ di questi giorni l’annuncio di un impegno importante del Comune e del Consorzio di Bonifica per una ricalibratura di alcuni importanti scoli consortili con la costruzione di nuovi corsi d’acqua e nuovi bacini di laminazione  che dovrebbero aiutare non poco a risolvere alcuni dei problemi di deflusso delle acque, che hanno creato non pochi problemi di allagamenti nel recente passato.

Un’altra buona notizia è quella di una ristrutturazione totale della stazione ferroviaria di Abano, che diventerà un nuovo polo di servizi per la mobilità e per la cultura.

Una questione che però non può più essere elusa, specie ora che viviamo una crisi energetica gravissima, è quella di interrogarci finalmente sulle potenzialità energetiche del nostro territorio.

Possiamo ancora pensare che avere nel nostro sottosuolo una risorsa così preziosa senza porsi il problema di come utilizzarla, in modo più moderno e funzionale, salvaguardando sia i livelli di falda che la disponibilità a scopi terapeutici termali e, finalmente, un utilizzo che ci liberi dai combustibili fossili e dagli inquinamenti conseguenti e che ci possa portare verso nuovi modelli di teleriscaldamento per tutta la popolazione?

Attendiamo risposte.