IL CONGEDO PARENTALE: LE NOVITÅ, COS’È E COME FUNZIONA

Le ACLI informano
a cura del Caf Acli di Padova
www.aclipadova.it – 049601290

IL CONGEDO PARENTALE: LE NOVITà, COS’È E COME FUNZIONAACLI 160

A partire dal 23 giugno 2022 sono entrate in vigore le nuove regole destinate ai genitori lavoratori per l’accudimento dei figli (sia biologici che adottivi), ovvero le nuove regole riguardanti la tutela della genitorialità. 

Le novità

La più importante fra queste modifiche è quella del congedo di paternità obbligatorio di dieci giorni: i padri potranno usufruirne a partire dai due mesi precedenti ai cinque mesi successivi alla nascita del figlio (o adozione). Si tratta di un nuovo diritto del padre, che non dev’essere confuso con il distinto congedo di paternità “alternativo” (che spetta solo in caso di morte o grave malattia della madre e che dura 5 mesi). Con questa importantissima nuova misura i padri italiani conquistano finalmente un fondamentale diritto per iniziare a vivere a pieno la loro genitorialità.

Con il decreto legislativo n.105/2022, dal 13 agosto hanno preso campo anche altre novità sulle norme legate alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e, nello specifico, quelle sul congedo parentale che è tendenzialmente materno. La più importante riguarda l’indennità al 30% della retribuzione. In passato, questa indennità spettava solo se la richiesta di congedo avveniva entro i sei anni del figlio/a e per un totale di sei mesi. Dal settimo anno in poi si poteva restare a casa, ma senza percepire alcuna forma di compenso. Da oggi, il congedo diventa indennizzabile fino ai 12 anni del bambino/a e per un periodo di tempo che sale da sei a nove mesi. In particolare, l’indennità rimane pari al 30% della retribuzione, ma spetta: in misura di tre mesi, intrasferibili, a ciascun genitore per un periodo totale di sei mesi; per un ulteriore periodo di tre mesi, trasferibile tra i genitori e fruibile in alternativa tra loro che è il focus della nuova norma.  Per i nuclei monoparentali, anche nei casi di affidamento esclusivo del figlio, il congedo parentale può durare per un massimo di undici mesi. In caso di adozione, nazionale o internazionale, del bambino, il periodo di congedo parentale viene individuato a partire dall’ingresso in famiglia e sempre entro il compimento del dodicesimo anno di vita del minore.

Anche alle lavoratrici autonome e libere professioniste è estesa la fruizione dell’indennità di maternità per periodi di astensione anticipata a causa di gravidanza a rischio. Le iscritte alla gestione separata dell’Inps avranno riconosciuta l’indennità della durata di tre mesi fino al compimento del dodicesimo anno di vita del bambino.

Per quanto riguarda lo smart working, il decreto prevede una via preferenziale per la coppia con figli disabili, fino al compimento del dodicesimo anno di vita del minore, superando la norma che finora attribuiva alla sola madre la possibilità di accedervi per i soli tre anni successivi al congedo obbligatorio di maternità.

Come fare le domande

Per usufruire dei 10 giorni di congedo di paternità obbligatorio il padre dev’essere un lavoratore dipendente e questi giorni sono fruibili dal padre lavoratore tra i due mesi precedenti e i cinque successivi al parto.

Il padre lavoratore dipendente deve comunicare al proprio datore di lavoro le date in cui intende usufruire del congedo almeno 15 giorni prima. Se richiesto in concomitanza dell’evento nascita, il preavviso si calcola sulla data presunta del parto. Per inoltrare la domanda è possibile avvalersi del Patronato Acli di Padova e provincia (chiamando lo 049601290) o agire in autonomia sul sito dell’Inps usando lo Spid.

Mentre la richiesta di concedo parentale va inoltrata prima dell’inizio del periodo richiesto. Se viene presentata dopo saranno pagati solo i giorni di congedo successivi alla data di presentazione. Per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti, l’indennità è anticipata dal datore di lavoro. Il pagamento è invece corrisposto direttamente dall’Inps per gli operai agricoli a tempo determinato, i lavoratori stagionali a termine e i lavoratori dello spettacolo a tempo determinato, per gli iscritti alla Gestione Separata e per i lavoratori autonomi.

Per fare la domanda per il congedo parentale, potete rivolgervi al Patronato ACLI chiamando lo 049601290, oppure attraverso il sito dell’Inps.

ALBINO BARALDO 82 anni rilancia il BAR TEVERE

Personaggi aponensi
a cura di Federico Franchin

ALBINO BARALDO 82 anni rilancia il BAR TEVEREALBINO web

A quasi 82 anni ha deciso di tornare dietro al bancone del bar e di riaprire il locale. E’ davvero incredibile la storia di Albino Baraldo, che ha deciso da poche settimane di riaprire il “suo” bar Tevere, in viale delle Terme. E, pensate, che con la moglie Pierina Rinaldo, 79enne, dietro al bancone fanno ad oggi 160 anni in due. Un record assoluto per un locale aperto dal 1960. “Avevo dato in gestione per due volte il bar”, si racconta Albino Baraldo, “e ora che sono terminate non mi andava di lasciare il locale vuote. Ho quindi deciso di rimettermi in discussione per amore di questo locale e di questo lavoro. Lo dovevo a me stesso e a questa città”. Albino Baraldo è uno stakanovista. “Arrivo ad apire il bar prima delle 7 del mattino e ci rimango fino a mezzanotte, l’una di notte”, svela. “In tutto fanno ben 17 ore di lavoro, che non pesano affatto. Non mi sento mai stanco e mi piace il mio lavoro. Questa cosa mi consente poi di tenermi in forma”. Baraldo, che il 10 ottobre compirà 82 anni, ha dedicato tutta la sua vita al bar Tevere, dopo aver maturato alcune esperienze lavorative in Svizzera. “E’ bello lavorare assieme a mia moglie Pierina”, dice. “Con lei ci si completa e non ricordo ci sia stato mai un litigio tra di noi. E’ bello anche aver ritrovato l’amore e l’entusiasmo dei clienti storici, che sono stati felici e sorpresi nel rivedermi dietro al bancone”. Albino Baraldo parla perfettamente ancora il tedesco e il francese, lingue fondamentali per rapportarsi con la clientela che frequenta le terme di Abano e Montegrotto. “Sto cercando di portare avanti quella professionalità imparata in anni di esperienza che adesso si sta perdendo”, osserva. “Ora si fa tutto in modo più sbrigativo, mentre io continuo a curare i particolari”. Baraldo, che nel corso degli anni ha goduto anche dell’aiuto dei figli Stefano e Patrizia, è noto per il modo in cui versa la grappa dall’alto. “Il lavoro è cambiato nel corso degli anni”, sostiene. “Ora è diventato fondamentale il momento dell’aperitivo, che va servito con degli stuzzichini. Per ora sono davvero contento di come stanno andando gli affari, non mi posso lamentare. Abano è cambiata nel corso degli anni ed è cambiata anche la sua clientela”. “Possiamo però dire che questa città ha saputo rialzarsi in fretta dopo i due anni di pandemia”, conclude lo storico barista. “C’è un gran bel giro di gente e soprattutto in questo periodo ci sono tanti clienti, anche stranieri che vengono qui in bar. Speriamo ora che le cose possano proseguire in questo modo e che magari venga estesa anche l’isola pedonale fino a via IV Novembre, come proposto dagli albergatori. Fino a quando avrò le forze rimarrò qui, a seguire il mio bar, e lo farò per amore della mia città”. La specialità del bar Tevere? “L’aperitivo della casa”, svela il quasi 82enne.

 

EPPUR QUALCOSA SI MUOVE

La visione dietro l’angolo
di Cesare Pillon

EPPUR QUALCOSA SI MUOVEpillon

Archiviata la tornata elettorale anche del comune di Abano Terme, ora per i due comuni termali si apre la stagione delle scelte fondamentali per il futuro di questo territorio.

Alcuni segnali positivi si stanno manifestando in questo ultimo periodo. Prima di tutto un ritorno alle presenze turistiche a livello pre-covid, anche se questo dato è controbilanciato negativamente, a livello economico, dai rincari energetici che hanno pesato fortemente sulle bollette delle attività economiche e delle famiglie.

Le notizie che giungono per alcune situazioni che sembravano irrisolvibili sono incoraggianti.

Il complesso del Kursaal di Abano Terme è stato assegnato con bando della Provincia ad una società che si è impegnata a rilanciarlo e quindi a dare nuovo lustro ad una parte fondamentale della Città.

L’ex hotel Magnolia è stato ceduto alla società proprietaria della Casa di Cura Policlinico di Abano Terme e questo fa ben sperare su investimenti importanti di questa realtà per tutto il territorio.

A Montegrotto è in via di risoluzione la riconversione dell’ ex hotel Cristallo.

Complessivamente le attività commerciali sembrano avere avuto una nuova spinta con riaperture, una per tutte il nuovo locale ex Speak Easy,  e altre nuove aperture.

Tante altre sono le situazioni in movimento e dimostrano una vitalità che non bisogna scoraggiare.

Pur non sottovalutando questi segnali, non sfugge ad un occhio più attento che tantissime altre  sono le questioni che rimangono aperte ed una per tutte quella dell’individuazione di nuove forme di coniugazione della nostra vocazione termale sanitaria.

Più volte abbiamo affermato che il vecchio modello, che ha fatto la fortuna del Bacino Termale Euganeo, dimostra di essere inadeguato ad affrontare la sfida del turismo mondiale.

Se si pensa di avere un futuro dimenticandosi della nostra vocazione originale, che è quella termale sanitaria, affidandosi solo alle mode del wellness, magari tentando di battere la concorrenza con una corsa al ribasso sui prezzi alberghieri, si fa un errore che purtroppo ha segnato il nostro ultimo periodo e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: decine di hotel chiusi.

Operando in questo modo si riducono le marginalità, si riducono gli investimenti e lentamente le strutture diventano obsolete oppure, in alternativa si fanno investimenti che non risultano poi solvibili con esiti catastrofici.

Definito il quadro politico amministrativo locale, oggi la sfida è quella di fare seriamente quello che tutti riconoscono essere l’arma vincente per qualsiasi realtà: costruire un progetto moderno e sostenibile ed agire in modo unitario.

Solo in questo modo potremo costruire un nuovo modello di sviluppo e comprendere se questi segnali di ripresa sono legati veramente alla nostra realtà o sono da collegare ad un volano generalizzato che produce la vicinanza alla Città capoluogo.

Le amministrazioni locali godono, ora dopo i risultati elettorali, di un ampio consenso e di solide maggioranze consiliari. Tutte e due sono al secondo mandato e dopo un primo periodo di rodaggio e di programmazione devono ora decisamente sviluppare con le realizzazioni previste nei loro programmi elettorali, senza esitazioni e senza paura.

 

Lombo sciatalgia – Tecnica McKenzie – Terapia Scenar

L’angolo del Terapista
A cura del Dr. Giuseppe Manzo,
iscritto all’Ordine  TSRM dei Tecnici sanitari
di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche,
della riabilitazione e della prevenzione delle province di Ve e Pd,
al n.87 dell’Elenco Speciale a esaurimento di Massofisioterapia 

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Lombo sciatalgia - Tecnica McKenzie  - Terapia Scenar

Il sistema di cura del paziente noto come McKenzie Method® of Mechanical Diagnosis and Therapy® (MDT) è un approccio affidabile e utilizzato da medici e pazienti di tutto ilmondo per problemi muscoloscheletrici comuni alla schiena, al collo e alle estremità.

La maggior parte del dolore muscoloscheletrico è influenzato dalle attività quotidiane, dai movimenti e dalle posture.  Alcuni di questi possono aggravare il dolore e altri possono portare sollievo.  Secondo questa tecnica determinati movimenti e posture come quelli in foto (posizione della sfinge e cobra) spesso potrebbero fornire una strategia ai pazienti per controllare o eliminare il proprio dolore e ripristinare la loro funzione.

Le posture di questa Tecnica piu’ i protocolli SCENAR possono aiutare il paziente a controllare senza farmaci i suoi dolori  con  l’utilizzo, alla fine della seduta,  del Kinesio taping che, con la sua azione meccanica di drenaggio ( le pieghe che si vedono tengono sollevata la cute cosi da rilassare la muscolatura )  decontrae i muscoli lombari contratti nelle lombalgie e lombo sciatalgie.

MAGGIORE LIQUIDITà DI DENARO PER GLI ANZIANI

MAGGIORE LIQUIDITà DI DENARO PER GLI ANZIANI

Le persone anziane hanno spesso bisogno di una maggiore liquidità di denaro. Quali strumenti finanziari la legge mette loro a disposizione?DI LAURO-9

- La rendita vitalizia, con la quale un soggetto corrisponde periodicamente alla persona anziana una somma di denaro o altri prodotti. Ciò a fronte della cessione di un bene mobile, immobile o di un capitale (a titolo oneroso) o con donazione o testamento (a titolo gratuito). Nella rendita vitalizia a titolo oneroso, in caso di mancato pagamento delle rate di rendita scadute, il creditore della rendita non può domandare la risoluzione del contratto, ma può far sequestrare e vendere i beni del debitore affinché dalla vendita si ricavi una somma che assicuri il pagamento della rendita.

- Il prestito vitalizio ipotecario, che è un finanziamento concesso da banche o intermediari finanziari a persone di età superiore ai 60 anni; è garantito dall’ipoteca posta su un immobile residenziale solitamente di proprietà dell’anziano a garanzia della restituzione del prestito, degli interessi e delle spese. È uno strumento che presenta diverse criticità, soprattutto nei confronti di eventuali eredi, e che va valutato con molta attenzione.

- La vendita della nuda proprietà con riserva di usufrutto, che consente alla persona anziana di vendere l’immobile e di continuare a vivere nella sua casa e godere di eventuali proventi derivanti da una eventuale locazione per tutta la sua vita o per un periodo definito, ottenendo nel contempo una liquidità immediata proveniente dalla vendita.

Se invece la persona anziana necessita di assistenza sia morale che materiale, che strumenti ha a sua disposizione?

Il contratto di mantenimento consente di ricevere entrambe le prestazioni, che possono essere combinate nel modo più idoneo a seconda delle sue necessità, a fronte della cessione di beni mobili, immobili o di capitale. Ha una forte connotazione personale (infungibilità) che tuttavia non esclude un’assistenza tramite terze persone di gradimento del vitaliziato. Potrà essere pattuito l’obbligo di provvedere a tutte le sue necessità garantendogli il tenore di vita abituale, fornendogli vitto, alloggio, vestiario, cure mediche, altro; oppure assumere solo alcuni di tali obblighi, secondo le esigenze del beneficiario e la disponibilità dell’obbligato.

Esistono altri strumenti che possono garantire un credito alla persona anziana?

La cessione del quinto dello stipendio o dalla pensione è una delle operazioni creditizie possibili. È un contratto di finanziamento a tasso fisso, che permette di ottenere una somma da rimborsare con una trattenuta alla fonte sullo stipendio o sulla pensione pari a un quinto. L’importo sarà definito in base all’età del richiedente e all’ammontare dello stipendio o della pensione. Sarà trattenuto direttamente dall’ente erogatore; è in ogni caso tarato per importi medio bassi e non si addice ad esigenze di liquidità particolarmente significative.

Ad ogni modo il Notaio è sempre disponibile a fornire risposte alle domande dei cittadini ed è sempre al fianco degli anziani e delle persone più deboli.

Salvatore Di Lauro

Notaio in Abano Terme

LA VISITA DI VALUTAZIONE

L’ Ostetrica delle Terme
A cura di Barbara Benevento

LA VISITA DI VALUTAZIONE

VALUTAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO: cosa aspettarsi durante una visita?barbara

Valutazione del pavimento pelvico: perché è così importante? Come si svolge una visita? Iniziamo parlando brevemente della rilevanza di questa parte del corpo.

Il pavimento pelvico svolge una funzione essenziale durante tutta la vita di una donna: si tratta di un insieme di muscoli e fasce che chiudono in basso la cavità addomino-pelvica. Quest’area si estende tra la sinfisi pubica, il coccige e le due spine ischiatiche ed esercita diverse funzioni:

statica pelvica: il pavimento infatti sostiene gli organi pelvici all’interno del bacino;

continenza urinaria e fecale;

• varie funzioni legate alla sfera sessuale, dato che è correlato alla percezione e al piacere sessuale;

• varie funzioni legate alla sfera riproduttiva, poiché svolge un ruolo importantissimo nel posizionamento e poi nell’espulsione del bambino (proprio per questo motivo credo moltissimo nella preparazione specifica al parto).

 

QUANDO FARE UNA VALUTAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO?

Esistono diversi sintomi che possono indicare una disfunzione del pavimento pelvico, come ad esempio:

• Dolore e fastidio all’inizio, durante e dopo un rapporto sessuale;

• Riduzione del piacere sessuale;

• Sensazione di “peso”, che può indicare un prolasso degli organi pelvici;

• Incontinenza urinaria;

• Urgenza urinaria;

• Frequente stimolo urinario;

• Incontinenza fecale.

 

Una valutazione del pavimento pelvico è però utile anche senza la presenza di sintomi: un buon lavoro di prevenzione con visite periodiche, infatti, permette di mantenere il pavimento pelvico in salute.

 

VISITA DI VALUTAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO: IN COSA CONSISTE?

Cosa aspettarsi dunque durante la prima visita di valutazione del pavimento pelvico? Essa è suddivisa in tre parti principali:

- Il colloquio con la paziente, nel quale viene effettuata l’anamnesi; questo step è molto importante perché permette di indagare tutti gli aspetti che servono ad avere un quadro completo della paziente, dalla sua storia clinica ad eventuali sintomi;

- L’esame obiettivo, attraverso il quale vengono valutati diversi elementi, tra cui: la respirazione, la postura e l’allineamento delle pelvi, eventuali punti dolorosi, l’aspetto dei genitali esterni e la sensibilità dell’area perineale;

- La valutazione dei muscoli del pavimento pelvico, che avviene attraverso l’esplorazione della vagina e/o del retto; questo step permette di stabilire se sono presenti contratture, spasmi, punti che causano dolore oppure debolezza, ed è possibile valutare la capacità di questi muscoli di essere attivati e rilassati in modo corretto.

 

A seguito della valutazione, viene pianificato il trattamento in modo completamente personalizzato: in linea generale, vengono pianificate alcune sedute volte al miglioramento o alla risoluzione dei disturbi. A seconda del caso clinico, il trattamento si avvale di esercizio terapeutico, di tecniche osteopatiche e di apparecchiature elettromedicali.

 

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La rubrica dell’avvocato

La rubrica dell’avvocatoa cura dell’ Avv. Claudio Calvello

(Patrocinante in Cassazione – DPO e membro di Federprivacy)

LA NOVITÀ DEL DOPPIO COGNOME: SI VOLTA PAGINA!calvello-7

Diverse sono state le battaglie delle donne ed oggi, grazie a una recente pronuncia della Corte Costituzionale, ai nuovi nati sarà possibile attribuire sia il cognome del padre che quello della madre, o anche solo quest’ultimo. La Corte, in continuità con una sua precedente sentenza del 2016, ha battuto il Parlamento sul tempo, superando i vecchi schemi e allineando l’Italia a quei Paesi dove il bimbo assume il cognome di entrambi i genitori. Secondo quanto affermato dalla Consulta, in nome del principio di eguaglianza e nell’interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, che costituisce elemento fondamentale dell’identità personale. Viene dunque cancellato l’automatismo nell’attribuzione del cognome paterno e la nuova regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori, nell’ordine da loro concordato, a meno che essi non decidano, sempre di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. In mancanza di una comunanza d’intenti su quale cognome attribuire al figlio e sull’ordine di attribuzione dei due cognomi, la questione potrà essere risolta dai Tribunali. D’altronde la Corte è stata chiara: l’attuale sistema rappresenta(va) “un retaggio di una concezione patriarcale della famiglia” e “una tramontata potestà maritale, non più coerente con i principi dell’ordinamento e con il valore costituzionale dell’uguaglianza tra uomo e donna”.

SCONTRO AUTO-CINGHIALE: automobilista vince la causa!

Il problema dei cinghiali è ormai all’ordine del giorno…e sarà sempre peggio se non si metteranno in atto dei severi ed efficaci sistemi di contenimento. A rischio sono ormai non solo le colture (si pensi ai vigneti in primis) ma anche i ciclisti, i motociclisti e gli automobilisti. IL FATTO: Il sinistro è risalente (ottobre 2016) ma il risarcimento è arrivato solo in questi giorni dopo una lunga battaglia legale che ha visto contrapposti un nostro concittadino (assistito dal nostro studio) e la Regione del Veneto. Ed invero, nell’ottobre del 2016 il Sig. B. M. si trovava a Cinto Euganeo (PD) alla guida del proprio veicolo, allorquando un cinghiale di grossa taglia (190 kg) attraversava improvvisamente la sede stradale. A seguito dell’inevitabile impatto l’ungulato moriva sul colpo. I carabinieri intervenuti sul luogo del sinistro ne rinvenivano la carcassa e non potevano che constatare gli ingenti danni occorsi al mezzo (circa 5.000 euro). LA CAUSA: la richiesta stragiudiziale di risarcimento veniva rigettata dalla Regione Veneto cosicchè al danneggiato non restava che rivolgersi al Tribunale. Ciò che fa specie in tutto ciò è che la Regione è rimasta sorda anche alla proposta conciliativa avanzata dal Giudice ed “ingiustificatamente rifiutata dalla Regione”, così come rimarcato anche nella sentenza che ha dato piena ragione all’automobilista. Gli incidenti stradali causati dallo scontro con i cinghiali sono sempre più frequenti nelle nostre zone. Il punto è che la Regione, che deve rispondere per questo tipo di danni, respinge costantemente ogni richiesta risarcitoria stragiudiziale, costringendo il cittadino che vuole ottenere giustizia, a rivolgersi all’Autorità Giudiziaria. Secondo la Regione la presenza della segnaletica di pericolo apposta lungo le strade sarebbe di per sé sufficiente a sollevarla da qualsivoglia responsabilità. Ma così non è. Personalmente sono convinto che questa sia una scelta “scientifica” adottata dalla Regione la quale è ben consapevole che così facendo la maggior parte dei danneggiati “mollano l’osso” rinunciando a rivolgersi ad un avvocato per far valere i propri diritti. I cittadini danneggiati devono invece sapere che alla fine la Regione viene condannata dai Giudici a pagare non solo il danno che il cittadino ha subito ma anche tutte le spese legali. Insomma, come recita un proverbio: “chi la dura la vince!”

 

• Polpette di cinghiale

• Polpette di cinghiale

Taglire la polpa di cinghiale a fette, porla in aceto con aglio, sale, finocchio e pepe per due giorni.polpette cinghiale

Tritare finemente la polpa con i suoi aromi, insieme a prosciutto grasso e magro, aggiungere pane raffermo grattugiato e legare con uova. Fare delle palle grosse quanto un uovo, passarle alla farina e friggerle in olio o in strutto. Coprirle con salsa di pane piuttosto fluida, arricchendola con pignoli e cubettini di cedro candito. Servire caldo.

 

 

USO DEI COLLUTORI

La Rubrica del Dentista

cura di Alice e Francesca Marcato
alice.marcato@alice.it

 

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USO DEI COLLUTORI

Dopo una visita di controllo o una seduta di igiene dentale professionale ci chiedono consigli sull’uso del collutorio, sulla sua reale efficacia nel mantenere la bocca sana e quale tra i vari presenti in commercio sia il migliore.

Ma Il collutorio serve, sì o no? A chi? Ecco un tema legato alla pulizia dei denti.

 

Come si usa il collutorio, guida base

Per avere un buon utilizzo del collutorio basta versare il giusto quantitativo nel bicchiere, sciacquare per il tempo che di solito ruota intorno ai 40 secondi e sputare. Ogni collutorio ha delle regole da seguire che sono indicati nelle istruzioni da leggere prima dell’uso. In linea di massima il collutorio non va diluito nell’acqua e va sputato dopo l’uso. E non è necessario sciacquare la bocca una volta espulso il liquido.

 

Il collutorio è utile per l’igiene orale?

In realtà non è indispensabile. Se un paziente non ha particolari problemi e riesce a mantenere un buono stato di salute del proprio cavo orale – con le normali manovre di igiene domiciliare – può tranquillamente fare a meno di usare questo prodotto e non fare uso del collutorio dentale.

Tuttavia il suo utilizzo non è sconsigliato in alcuni casi: L’importante è che sia di supporto alla pulizia dei denti quotidiana con spazzolino, filo interdentale o scovolino : la base della buona igiene orale.

Molto spesso i collutori vengono presentati come liquidi miracolosi capaci di eliminare da soli il 100% di placca e batteri supponendo che da soli possono pulire efficacemente la bocca.

Ritornando alla domanda, sì, il collutorio serve E può aiutare l’igiene orale. Ma da solo non ha utilità e va quindi usato solo dopo un corretto spazzolamento di denti e gengive, accompagnato dall’uso di strumenti come il filo interdentale per eliminare residui di cibo tra gli spazi interstiziali dei denti.

 

Quanti tipi di collutorio esistono?

Il collutorio serve a determinati scopi in base alla tipologia scelta. I prodotti sul mercato vengono divisi in due categorie di massima, a seconda delle funzioni che svolgono. Ecco le differenze tra collutori.

Collutori terapeutici

Sono farmaci (tipo a base di clorexidina) che devono essere utilizzati sotto consiglio o prescrizione del dentista per un tempo limitato; vengono raccomandati per la  cura di infiammazioni gengivali o infezioni, dopo interventi chirurgici in sostituzione dello spazzolamento.

Collutori cosmetici

Possono essere acquistati anche nei supermercati e si limitano a un’azione antibatterica molto blanda. In questi casi il collutorio fa male? No, si possono utilizzare  anche quotidianamente senza problemi.

Se hai bisogno di consigli specifici e di un collutorio da usare quotidianamente, puoi chiedere consiglio al dentista o igienista dentale che possono suggerirne uno specifico. Esistono collutori remineralizzanti, desensibilizzanti, per le lesioni delle mucose, l’integrazione salivare, antibatterici, ecc…