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La rubrica dell’avvocato

La rubrica dell’avvocato
a cura dell’ Avv. Claudio Calvello

CALVELLO

FACEBOOK: attenzione a dare del “CORNUTO” sulla Bacheca

Diciamolo: spesso più di qualcuno si sfoga quando scrive sulla propria bacheca. Attenzione però perché in tema di diffamazione, la diffusione di un messaggio lesivo della reputazione attraverso l’uso della bacheca “facebook” integra un’ipotesi di diffamazione aggravata “con altro mezzo di pubblicità” ai sensi dell’art. 595, co. 3 c.p. poiché tale pubblicazione è in grado di raggiungere un numero indeterminato di persone. Così ha stabilito la quinta sezione penale della Suprema Corte di cassazione con la sentenza n. 2723/2017.

ASSEGNO DI MANTENIMENTO: come fare se i redditi sono in nero?

Il primo passo da compiere quando si va a determinare l’ammontare dell’assegno di mantenimento è quello di guardare la situazione economica di ciascun coniuge. E qui non è infrequente scontrarsi con redditi non dichiarati. L’interesse ad occultare le reali disponibilità economiche può essere di entrambi i coniugi: sia di quello chiamato a corrispondere l’assegno sia di quello che ne intende beneficiare. Ma come si provano i redditi in nero? Si deve allegare, tra i documenti prodotti unitamente alla domanda di separazione o divorzio, tutti gli elementi utili a dimostrare il reale tenore di vita goduto dalla famiglia durante il matrimonio. Alcuni tribunali non si limitano a richiedere le ultime dichiarazioni dei redditi ma esigono anche altri documenti, come visure al Pra, estratti dei conti correnti bancari. Si può poi ricorrere all’investigatore privato. Così si riesce spesso a trovare documenti utili a provare l’effettivo stile di vita del coniuge. Intervento della polizia tributaria. Il magistrato può chiedere

l’intervento della polizia tributaria affinché compia le indagini necessarie a “scovare” l’evasione. Sebbene tali indagini sono state pensate dalla legge 898/1970 con lo scopo principale di tutelare la prole, esse

possono essere volte anche al riconoscimento e alla quantificazione dell’assegno divorziale.

SANZIONE ESEMPLARE:  donna condannata a 30.000 euro per continua denigrazione del padre dei figli

Il Tribunale di Roma, dopo aver accertato che il genitore in questione – la madre con cui il minore coabitava – non aveva cercato di riavvicinare il figlio al padre, “risanandone il rapporto nella direzione di un sano e doveroso recupero necessario per la crescita equilibrata del minore, ma, al contrario, aveva continuato a palesare la sua disapprovazione in termini screditanti nei confronti del marito”, ha inflitto alla madre una duplice sanzione: da un lato, l’ha ammonita ad assumere una condotta improntata al rispetto del ruolo genitoriale dell’ex coniuge e, dall’altro, le ha imposto un obbligo di risarcimento del danno, liquidato in via equitativa in euro 30.000,00, “al fine di dissuaderla in maniera concreta dalla protrazione delle condotte poste in essere”. Con questa pronuncia è stata, quindi, data applicazione al meccanismo sanzionatorio contemplato dall’art. 709 ter c.p.c. attesa la condotta del genitore “colpevole”, tesa ad ostacolare il funzionamento dell’affido condiviso, con atteggiamenti sminuenti e denigratori della figura paterna