ALLA SCOPERTA DELLE ETICHETTE ALIMENTARI
Il Biologo Nutrizionista A cura della Dottoressa Carolina Capriolo carol.capri@gmail.com cell. 339 8284852
“Non è tutto oro ciò che luccica”
Quante volte vi è capitato di leggere gli ingredienti contenuti in un determinato prodotto e ritrovarvi ad avere ancora più confusione di prima?
Comprendere le etichette alimentari permette di acquisire consapevolezza su ciò che mangiamo; per affrontare l’argomento in modo minuzioso non basterebbe un intero trattato, perciò proviamo a partire dai concetti fondamentali.
• Su ciascuna confezione devono essere esposte le tabelle nutrizionali obbligatorie: valore energetico, contenuto di proteine, carboidrati (di cui zuccheri), grassi (di cui saturi) e sale. Fate attenzione, quando paragonate diversi prodotti fra loro, a non confondere le calorie o i nutrienti esposti sulle etichette per 100 grammi di prodotto con quelli per pezzo/porzione.
• I grassi hanno principalmente funzione energetica ma intervengono anche nella regolazione ormonale e nell’isolamento corporeo. Spesso viene pubblicizzato in modo ingannevole il basso contenuto in colesterolo. Secondo il produttore infatti la sua assenza basterebbe a rendere l’alimento salutare. In realtà occorre sempre accertarsi che il cibo sia allo stesso tempo privo di acidi grassi trans e a basso contenuto di grassi saturi.
• Vi sfido a trovare un prodotto confezionato che non contenga in qualche modo degli zuccheri! Spesso ci capita di fare delle scelte in buona fede, pensando di limitarli il più possibile, ma non è così: ad esempio quando comprate prodotti con la dicitura “0% di grassi” o “magro”, sappiate che state acquistando un prodotto che ha sì un minore contenuto di grassi, ma in realtà è molto più ricco di zuccheri! E se quest’ultimi vengono assunti in eccesso, una volta riempite le riserve energetiche, vengono convertiti in grasso dalle diverse vie metaboliche. Andate pertanto a verificare nella tabella esposta il contenuto di zucchero.
• Fate attenzione al “dolce non dichiarato”: un prodotto “senza zucchero”, “a basso contenuto di zuccheri”, “senza zuccheri aggiunti”, non significa che non ne contenga. Spesso vengono usati come dolcificanti, in sostituzione di glucosio o saccarosio, il succo di mela o succo d’uva concentrati, malto di mais, sciroppo di riso o sciroppo di mais, fruttosio, o peggio ancora, edulcoranti artificiali (ciclammato, saccarina, acesulfame k).
• Gli additivi alimentari non hanno alcun valore nutrizionale e non sono così innocui. Sulle etichette vengono spesso indicati con la lettera E seguita da un numero. La lettera E indica che l’additivo in questione è permesso in tutti i Paesi dell’Unione Europea mentre il numero che segue ne definisce la categoria di appartenenza. Sono additivi alimentari: conservanti, coloranti, antiossidanti, correttori di acidità, addensanti, emulsionanti, stabilizzanti, aromi ed esaltatori di sapidità.
Scegliamo quei dolcificanti alternativi, ma comunque naturali, come la stevia o i polialcoli, per evitare pericolosi danni all’organismo. Evitiamo i cibi altamente elaborati a livello industriale e non demonizziamo sempre i grassi.