«No, niente profughi ad Abano»
IL MATTINO DI PADOVA 26 febbraio 2017
di Federico Franchin
Barbierato presenta la sua candidatura a sindaco: «Città ospitale, ma va tutelata la sua economia»
ABANO TERME. “Uno de noaltri”. Lo slogan, annunciato venerdì sera in un gremito Cinema Teatro Marconi, è di Federico Barbierato, candidato sindaco con tre liste a suo nome e l’appoggio di Pd e Cittadini per il Cambiamento. «La gente mi ferma e mi dice in dialetto te si uno de noaltri», ha detto alle 400 persone giunte per assistere alla sua prima uscita ufficiale. «Ad Abano mi conoscono tutti come “Frutta”. Da sempre sono un pratico e non un teorico. Dobbiamo recuperare la reputazione che Abano ha perso. Dimostreremo che si può lavorare in legalità e trasparenza».
È stato uno show. Dall’accoglienza ai tanti presenti, ai quali ha voluto stringere la mano uno a uno, alla presentazione spumeggiante alternando l’italiano al dialetto. Da subito Barbierato ha conquistato la gente, che l’ha applaudito più volte. «Parecchi scavano nella mia vita privata e passata, dandomi prima di esponente di An, poi del Pd. In realtà io non ho mai avuto tessere politiche e sono sceso in campo mettendoci la faccia per un gruppo che ho scelto io. Ho scelto persone e programmi e chi vuole etichettarmi porta avanti concetti da vecchia politica».
Incalzato da un paio di esponenti del comitato “Abano dice No”, il candidato è stato chiaro e incisivo sulla questione profughi. «Abano è una città turistica che fa 1.800.000 presenze e ha 3.200 addetti. È necessario un progetto per evitare l’arrivo dei profughi al Primo Roc. Quella caserma è un pericolo. Dobbiamo creare la cittadella della sicurezza, ma anche servizi per la comunità. Dobbiamo tutelare l’economia del paese. L’ho detto al prefetto e lo ripeterò come un disco rotto: Abano è una città accogliente, dove devono però stare bene tutti».
Sui giovani: «Sono il presente di Abano e necessitano di spazi. Una città deve saper integrare giovani e anziani. Tra marzo e aprile organizzeremo un momento di orientamento al lavoro per i giovani, ai quali dedicheremo tra l’altro una lista specifica. Abano ha la fama di essere una città per vecchi? Dobbiamo essere noi a cambiare il modo di proporci».
Immancabile il focus sul turismo. «Dobbiamo valorizzare quello che abbiamo. Il problema non sarà fare presenze, ma far spendere le persone, portando una clientela medio-alta ad Abano. Il benessere per i turisti è dato anche da strade senza buche e non dalle strisce pedonali colorate dove i clienti si perdono. Veniamo da 5 anni di illusioni date da una lista civica, che non è stata quindi meglio dei partiti».
«Ci sono 2 milioni e mezzo di imposta di soggiorno», ha aggiunto. «Facendo un paragone calcistico, dobbiamo essere la Juve, l’Inter e il Milan e non l’Avellino. Dobbiamo sempre lottare per vincere il campionato e non accontentarci della salvezza. Servono emozioni e buona volontà. Per realizzare tutto questo ci sono dei fondi regionali, nazionali ed europei che potremo portare a casa. Questa è l’ultima chiamata per Abano. Non per niente ho scelto candidati competenti, che sappiano leggere un bilancio. Ho scelto di mettermi in gioco e mi dicono che sono un matto. Se sarò eletto rimarrò quello che sono sempre stato. Entro un mese definiremo il programma ascoltando la gente. Vanno stanziati fondi per il sociale, le scuole che cadono a pezzi. Tolleranza zero verso chi rovina i parchi e la nostra città. Intensificheremo la sicurezza. Manifestazioni? Spazio a eventi per bambini e di qualità. Non mi arrendo all’idea che possa saltare l’edizione del Torneo di calcio».